Lo Shiatsu. Sappiamo davvero che cos’è?

Una settimana per sperimentare gratuitamente il trattamento energetico al quale ricorre regolarmente un milione e mezzo di italiani

A cura della Redazione

No, non è un massaggio: è questa la prima cosa che c’è da sapere sullo shiatsu, il trattamento energetico di origine giapponese cui oltre un milione e mezzo di italiani già ricorre per combattere lo stress, trattare mal di schiena e altri disturbi, e soprattutto per ritrovare equilibrio ed energia.

Per chi volesse saperne di più, è in arrivo la Settimana dello Shiatsu organizzata da FISieo la Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori che riunisce scuole associazioni e operatori del settore, e arrivata quest’anno alla decima edizione. Dal 18 al 25 settembre l’iniziativa Studi Aperti permette, su prenotazione, di sperimentare gratuitamente un trattamento (info e prenotazioni http://www.settimanadelloshiatsu.it). Un’occasione per riscoprire in sicurezza il piacere del Contatto – il tema centrale della manifestazione – grazie alla sanificazione degli spazi, all’uso della mascherina e al rispetto delle normative vigenti da parte degli operatori FISieo.

Nato in Giappone, lo Shiatsu è però legato alla tradizione della medicina cinese, e come questa si basa su un sistema di meridiani da stimolare per rimuovere blocchi energetici e riequilibrare l’organismo con un meccanismo simile a quello adottato dall’agopuntura. Negli anni la disciplina si è evoluta, sviluppandosi in stili diversi, ma restano fermi alcuni capisaldi: a differenza di quanto avviene con i massaggi, chi riceve un trattamento non deve spogliarsi e non sono utilizzati oli o creme. Il trattamento si basa sulla pressione perpendicolare e costante, in particolare dei pollici e delle palme delle mani, esercitata sfruttando il peso del corpo: non a caso il termine “shiatsu” è composto di “si” (dita) e “atsu” (pressione). Pertanto, significa quindi “pressione con le dita”. In genere ogni trattamento, che avviene sul lettino o a terra sul tradizionale materassino giapponese, è preceduto da un colloquio che serve a valutare l’opportunità di eseguirlo e le sue finalità. Molti ricorrono allo shiatsu per alleviare mal di schiena, cefalee o dolori muscolari ricorrenti, anche se l’obiettivo vero e proprio del trattamento è quello di stimolare le capacità di autoguarigione dell’organismo, promuovendo la salutogenesi: “si definisce così un approccio sviluppato dal sociologo della salute Aaron Antonovsky, che si concentra sui fattori che contribuiscono allo stato di benessere dell’uomo anziché su quelli che causano la malattia”, ricordano i responsabili di FISieo, che organizza corsi di formazione triennale certificati, e iniziative di formazione permanente per i propri iscritti, offrendo un ampio elenco di operatori certificati cui rivolgersi in sicurezza.(Info www.fisieo.it/ ) .

Mentre si stanno consolidando i rapporti tra FISieo e il mondo della medicina ufficiale, con esperienze di collaborazione in diversi settori che mostrano l’efficacia e l’utilità dello shiatsu. “Particolarmente prezioso oggi “, sottolineano i responsabili dell’associazione, “perché proprio attraverso il contatto può aiutarci a recuperare la percezione corporea, e al tempo stesso rimetterci in contatto con emozioni e pensieri”. Un approccio particolarmente utile per fare fronte alla “pandemic fatigue”, la sensazione di spossatezza e sfinimento che costituisce la naturale reazione di fronte alla situazione di crisi prolungata che stiamo vivendo: non a caso FISieo con il proprio gruppo di volontari ha attivato il progetto “Aiutiamo chi ci ha aiutati”, per offrire trattamenti gratuiti agli operatori sanitari impegnati nella lotta contro la pandemia.

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