Scienza e letteratura ci ricordano il valore del nostro pianeta
Di Rosa Mininno– psicoterapeuta, fondatrice di Sibilla (Scuola italiana di biblioterapia, del libro, della lettura e delle arti)

Ho scelto un titolo poetico, ma in natura esiste davvero un alfabeto scritto sulle ali delle farfalle: l’ha scoperto, in lunghi e pazienti anni di ricerche, un autore e fotografo naturalista norvegese, Kjell Bloch Sanved. Che ha scoperto anche altro: sulle ali delle farfalle la Natura non ha scritto solo lettere ma anche i numeri da 0 a 9. E’ stupefacente e bellissimo. Sono lettere e numeri dai colori meravigliosi, forme chiare che il nostro cervello “ riconosce” su quelle ali. Ricordo che quando vidi per la prima volta le foto di questa ricerca (https://butterflyalphabet.com/) contenute nel libro L’alfabeto delle farfalle di Kjell Bloch Sandved, lo stupore, la gioia per tanta bellezza mi riempirono gli occhi e la mente. Così fu anche per i meravigliosi “alberi arcobaleno “ che la mia mente di bambina aveva solo fantasiosamente immaginato, e che invece esistono nella realtà, anche se solo nelle regioni tropicali come le Filippine, l’Indonesia, la Papua-Nuova Guinea: stiamo parlando dell’Eucalyptus deglupta, imponenti alberi che perdendo la corteccia in strisce verticali assumono col tempo a contatto con l’aria colori vivaci che vanno dal verde brillante al giallo, al rosso, al marrone, al blu, offrendo a chi li guarda uno spettacolo stupendo per bellezza e unicità.

Immagini come queste ci ricordano che la Natura ha un potere salvifico, e che il nostro rapporto con lei deve essere rispettoso perché tanta perfezione ci ricorda la nostra imperfezione, la nostra limitatezza.
In Natura ritroviamo la matematica, la geometria, la fisica. Vivono nei numeri di Fibonacci, nella sezione aurea della conchiglia del Nautilus, ma anche in una rosa. La disposizione dei petali del fiore obbedisce a una regola ben definita basata sul rapporto aureo, così come le spettacolari spirali orarie e antiorarie dell’inflorescenza del girasole richiamano i numeri di Fibonacci.
Anche i frattali sono presenti in Natura. Frattale è un termine che risale solo al 1975, coniato dal matematico Benoit B. Mandelbrot nel suo saggio The fractal Geometry of Nature per definire un oggetto geometrico che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse. Nel suo libro Maldelbrot propone molti esempi: grazie a lui sappiamo che anche in un cavolfiore troviamo i frattali. E’ stupefacente come la Natura si faccia “leggere” attraverso quelle che ci sembrano solo aride formule matematiche o fisiche e figure geometriche. Invece è proprio grazie a queste rappresentazioni grafiche che possiamo capire la sua potenza, la sua vita, la sua bellezza, e stupirci ogni volta guardando un arcobaleno meraviglioso dopo la pioggia. Le leggi fisiche sul comportamento della luce che attraversa l’aria incontrando le gocce di pioggia ci spiegano la sorprendente immagine che abbiamo di fronte, che pure ha una formula fisica.

E’ di una tale spettacolarità, l’arcobaleno, che a qualsiasi età ci stupiamo a guardarlo, e da sempre esistono miti e fiabe che gli attribuiscono poteri e collocano nel punto dove nasce favolosi, introvabili tesori .
Anche Leonardo da Vinci nei suoi Codici ci ha lasciato studi anatomici, studi sulla natura, su ogni aspetto della vita umana, persino sul desiderio di librarsi in volo come gli uccelli: a colpirci non è solo la bellezza dei suoi disegni, ma anche la sua capacità di indagare il rapporto dell’uomo con la Natura. Ma c’è un altro importante contributo che la Natura ci consegna, e spetta a noi saperlo accogliere e farne tesoro: il suo potere terapeutico.

Oggi sappiamo che la Natura ci cura e ci salva, ridimensiona le nostre emozioni oppresse da malesseri e disagi psicofisici, restituendo loro spessore e colore. Entra nel nostro corpo con ogni respiro, e spetta solo a noi respirare ossigeno e non fumi tossici. Ci nutre nel corpo e nella psiche. La sua intelligenza è visibile dovunque: nelle piante, negli animali, nei minerali, in noi stessi che siamo parte del tutto. Quello in cui viviamo è sistema circolare, al quale è impossibile sottrarsi. Ma guai a trattarla male: diventa violenta e ci fa paura.
Dunque rispettiamola, amiamola, teniamola stretta a noi perché senza di lei non viviamo. E’ un concetto che ha enunciato molto bene il noto naturalista Richard Mabey in un suo libro – Natura come cura. Un viaggio fuori dalla depressione (Einaudi 2010)- che insieme ad altri inserisco nei percorsi di biblioterapia integrati in psicoterapia. Questo saggio è un’acuta, profonda testimonianza del valore relativo e al contempo assoluto dell’essere umano, della bellezza e dell’armonia della terra, della creatività salvifica dell’empatia con la stessa Natura, personificata, abitata, vissuta. Un’altra lettura che suggerisco è Mitologia degli alberi. Dal giardino dell’Eden al legno della croce (Bur Saggi 1994),un bel libro dello scrittore psicoanalista e giornalista Jacques Brosse che ci ricorda i miti legati alle diverse piante, dalla quercia, al pino, al noce, al frassino, all’ulivo, alla vite, al melo, al cipresso e a tanti altri. E ricorda anche che la distruzione delle foreste del pianeta non procura solo gravi danni ecologici, ma anche la distruzione e la scomparsa di un prezioso patrimonio dell’umanità.

In Natura esiste un equilibrio, e se si spezza l’intero sistema viene meno. Invece dobbiamo proteggerlo perché la nostra esistenza, come quella della Natura, è preziosa ed è una sola, solo questa. Perché quella del passato non c’è più e quella del futuro dipende da noi, da ciò che saremo capaci di fare.
