Il tempo tra scienza e poesia

Realtà con cui facciamo i conti ogni giorno, il tempo lineare è solo una delle possibili interpretazioni

Di Paola Emilia Cicerone – giornalista scientifica

La persistenza della memoria”- o “Gli orologi molli”- Salvador Dalì (1931)

Non posso pensare al tempo, o meglio all’idea di tempo, senza che mi tornino alla mente i versi del Belli che amava citare un amico carissimo, oggi purtroppo scomparso. Sento ancora la sua voce che declama, dando il giusto accento romanesco alla lingua del poeta, “La morte sta anniscosta in ne l’orloggi”. E’ un verso de La golaccia, dedicata alla fragilità dell’esistenza umana, e prosegue: “E ggnisuno pò ddí: ddomani ancora/Sentirò bbatte er mezzoggiorno d’oggi”.  (Qui il testo completo https://poesieromanesche.altervista.org/index.php/Poetiscrittori/sonetto/980/giuseppe-gioacchino-belli-la-golaccia)

Eppure il tempo è una realtà con cui facciamo i conti ogni giorno. E se scienza e filosofia dibattono ancora sul concetto scientifico/filosofico di tempo, nel tentativo di misurarlo ci cimentiamo da anni, aiutati dagli astri che scandiscono ritmi apparentemente immutabili cui rispondono la terra e gli organismi viventi.  Sì, perché il nostro organismo percepisce in qualche modo il passare del tempo, tanto che la cronobiologia è una disciplina sempre più studiata con potenziali ricadute terapeutiche. E da migliaia di anni i nostri antenati hanno osservato i ritmi del sole della luna o dei pianeti costruendo allo scopo opere imponenti: è molto probabile che Stonehenge fosse un gigantesco orologio, e non è l’unico esempio di questo genere.

Poi, certo, c’è il problema che il tempo lineare, quello cui pensiamo istintivamente noi, con un prima “ e un “ dopo”, è solo una delle possibili interpretazioni, mentre per molte culture orientali il tempo ha un andamento ciclico, estraneo alla nostra cultura . con l’eccezione dei “corsi e ricorsi “ della storia di cui parlava Giovan Battista Vico – ma ben presente nella tradizione indiana e buddista.

Resta il fatto che nella nostra percezione quotidiana il tempo è una realtà mutevole: basti pensare a come viviamo i dieci minuti di attesa di un autobus, paragonati agli stessi minuti trascorsi con una persona cara prima di una separazione. E per noi Over è sempre più frequente la sensazione che il tempo acceleri inesorabilmente: ricordo bene che fosse inverno, e ora fa caldo, che fine ha fatto la primavera? Sono appena finite le vacanze di Pasqua e già siamo pronti a pensare al Natale? Per chi poi, come me, lavora nei giornali ci sono i comunicati stampa che anticipando ogni scadenza per tenere conto dei tempi di confezione dei giornali, obbligandoti a pensare alla riapertura delle scuole prima che queste siano finite e ai malanni autunnali quando il problema più urgente sembra essere quello di evitare un colpo di calore, per non parlare dell’onnipresente – e da me detestata – remise en forme che comincia a colpevolizzarci imponendo inutili sacrifici per sfoggiare un corpo da spiaggia quando ancora stiamo mangiando l’uovo di Pasqua. In questo caso, per inciso, è facile reagire rispondendo, come le femministe americane, “ per avere un corpo da spiaggia basta avere un corpo, e andare alla spiaggia”.

Quello cui è impossibile sfuggire sono le foto pubblicate sui social in cui amici ignari di provocarti un trauma esibiscono figli e figlie sorridenti sull’altare o alla cerimonia di laurea, quando li immaginavi al massimo – e ancora una volta, chi ha rubato quegli anni? Dove sono finiti? – sui banchi delle elementari. E come se non bastasse, ci sono le gazzette on line che mostrano “com’erano e come sono” personaggi di varia fama, con immagini che incrinano qualsiasi nostra certezza. Fino a ieri, per dire, ero convinta che Julio Iglesias fosse un signore di mezza età dal fascino un po’ datato, oggi ho scoperto che ha quasi ottanta anni e che il signore di mezza età, per essere precisi, è suo figlio Julio Jr.

Julio Iglesias,che compirà 80 anni ilprossimo 23 settembre

E Sarah Jessica Parker, l’amata Carrie di Sex & the City, come fa a essere sposata dal 1997? Si è fidanzata all’asilo? E invece no, anche lei, classe 1965, si avvicina a essere un’altra splendida “Over”.

Sara Jessica Parker, classe 1965

Insomma, non c’è più religione, e soprattutto non c’è più tempo. Forse dovremmo guardare agli antichi greci, che distinguevano tra il tempo cronologico – Kronos appunto, impersonato da un anziano e un po’ inquietante padre degli dei – e il tempo qualitativo, o Kairos, ossia il momento felice, quello che ci regala opportunità. Che ci sono sempre, anche se qualcuno ci ricorda che, insomma, è quasi ora di preparare i regali di Natale.

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