A Biella per ammirare Pistoletto

Quando l’arte contribuisce ad arricchire cultura ed anima

Gli Erranti

Attirati dall’idea di esplorare il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, pittore e scultore biellese protagonista dell’Arte Povera, siamo partiti per Biella, non prima di aver prenotato una visita guidata alla CITTADELLARTE https://www.cittadellarte.it/ creata dall’artista all’interno dei locali di un vecchio opificio dismesso, l’ex Lanificio Emilio Trombetta. Arrivato a Biella nel 1871, Trombetta acquistò alcuni terreni sulla riva destra del fiume Cervo e fece costruire (su quella che oggi è via Serralunga 27) un edificio multipiano che già nel 1873 lavorava a pieno ritmo con ottanta operai e trentotto telai con 1340 fusi per la lana.

Nella costruzione sono state adottate soluzioni particolari, conservate ancora oggi, che rendono gli interni dell’opificio di notevole interesse architettonico Ad ogni piano, ad eccezione del terzo, si trovano eleganti colonne in pietra che sorreggono le grandi volte a vela, oggi ristrutturate e allestite come spazio espositivo per le opere di Pistoletto, mentre nel sottotetto una serie di archi realizzati tramite assemblaggio di tavole lignee, che ricordano il sistema costruttivo codificato nel sedicesimo secolo dall’architetto Philibert de l’Orme, sostiene l’orditura della copertura con un impatto scenico di grande effetto.

Nel 1991, trovandosi a Biella per una mostra, Michelangelo Pistoletto vide il fabbricato allora dismesso e decise di acquistarlo iniziando l’avventura della CITTADELLARTE. Già durante il restauro, che è proseguito dal 1991 al 1997, sono stati organizzati eventi e incontri tra artisti negli spazi disponibili. Oggi oltre alle opere del Maestro l’edificio ospita uno store, una caffetteria, e tutti i mercoledì un mercatino di alimenti naturali e a km 0.

Ma veniamo al museo, partendo dall’ex stenditoio del sottotetto, che ci è parso uno degli spazi più suggestivi insieme all’opera esposta, “Porte-Uffizi”, pensata e realizzata nel 1995 e presentata qui in un allestimento inedito arricchito da nuove porte. Si tratta di una rappresentazione spaziale della filosofia di CITTADELLARTE, che da diciotto anni vuole sviluppare interventi artistici in ogni ambito della società civile – Arte, Educazione, Ecologia, Economia, Politica, Spiritualità, Produzione, Lavoro, Comunicazione, Architettura, Moda e Nutrimento – per contribuire a indirizzare le profonde mutazioni in atto.

Ai piani inferiori si trovano altre opere dell’artista, autoritratti molto particolari realizzati in gioventù e serigrafie su acciaio inox lucidate a specchio che permettono al visitatore di entrare a far parte dell’opera: un’esperienza emozionante!

Più avanti troviamo una versione della famosa Venere degli stracci, una scultura in cemento che riproduce la Venere con mela dello scultore neoclassico Thorvaldsen, affiancata da una montagna di stracci. La statua, del 1967, può essere considerata il simbolo del rapporto tra il pianeta e la società iperconsumista: “Venere raffigura l’umanità di oggi chiamata a esprimere il suo lato migliore”, ha dichiarato Pistoletto. E con la sua bellezza rigenera gli stracci che di colpo ritornano a vivere come opera d’arte. Qualche mese, fa una versione monumentale dell’opera, esposta in piazza del Municipio a Napoli è stata data alle fiamme da un clochard: l’artista non ha sporto denuncia ma si è limitato a dichiarare che avrebbe ricostruito l’opera, che dovrebbe essere presto ricollocata in piazza in una nuova versione.

Venere degli stracci (1967)

Un’altra opera che ci ha colpito è la Grande sfera di giornali, realizzata in poliestere e giornali pressati: ci sono molte versioni di questa scultura realizzata la prima volta nel 1967, utilizzate dall’artista in diverse performance pensate per far interagire gli spettatori con l’opera.

Sfera di giornali pressati

A pochi minuti dal museo, in uno stabile di via Cernaia 46 si trova Terzo Paradiso: il simbolo realizzato sul pavimento è la riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, composta da tre cerchi consecutivi. I due esterni rappresentano tutte le diversità, tra cui natura e artificio, mentre quello centrale è la compenetrazione tra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità. Questa versione dell’opera è accostata a una celebre immagine di guerra “Il soldato americano che gioca al pallone con un bambino in Kuwait”, ma ne esistono altre versioni in vari luoghi e il simbolo è riprodotto su diversi edifici della CITTADELLARTE: quello che ci ha colpito di più è stato realizzato da una studentessa con degli stracci. Abbiamo apprezzato in modo particolare questa visita, anche grazie alla preparazione e competenza della giovane guida, che ci ha regalato l’emozione di compenetrarci fisicamente con le opere del Maestro.

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