Anelli per monitorare il sonno, sensori per la chetosi, biohacking: le ultime novità dagli Stati Uniti per scoprire il segreto della longevità.
Di Flavia Caroppo – giornalista, corrispondente da New York

In un’epoca dove l’innovazione tecnologica si fonde sempre più con le pratiche quotidiane per un benessere integrato, i dispositivi indossabili per monitorare il nostro stato fisico (wearable) stanno rivoluzionando l’approccio alla salute personale. Non più confinati a giocattoli costosi per appassionati di tecnologia, i wearable stanno diventando essenziali per chiunque desideri vivere una vita più lunga e più sana, monitorando costantemente parametri critici come il sonno, il battito cardiaco, e persino la chetosi.
Ne parliamo con una vera appassionata di wearable, Tiziana Marcuccio, esperta di innovazione, startup e tecnologie legate al wellness e alla salute.
Davanti ad un espresso con in sottofondo il frastuono e le luci di Times Square (giusto per essere sicure di non addormentarci), Tiziana ci racconta come il monitoraggio del sonno non sia solo una moda passeggera ma una componente cruciale per il mantenimento della salute mentale e fisica, capace di influenzare profondamente la durata e la qualità della nostra vita.

Tiziana, non ti sembra un po’ strano incontrarsi nella “Città che Non Dorme Mai” per parlare di sonno?
«Direi di no. In qualsiasi angolo del mondo ci si trovi, New York inclusa quindi, la qualità del sonno è un elemento fondamentale per il nostro benessere. Non solo influisce sulla nostra acutezza mentale, ma durante il sonno il nostro cervello attiva un processo di detossificazione essenziale per la nostra salute, migliorando l’aspetto della pelle, regolando la produzione di insulina e favorendo la rigenerazione cellulare. La mancanza di sonno, oltre a compromettere le nostre prestazioni quotidiane, contribuisce all’invecchiamento precoce».
A giudicare dalla tua pelle, e dall’aspetto in generale, mi sembra che il sonno di bellezza non ti manchi.
«Non sempre dormo quanto vorrei, lo ammetto, viviamo pur sempre a New York, The City that never sleeps! Ma cerco di massimizzare la qualità del mio sonno tenendolo sotto controllo, assieme ad altri parametri importanti per la mia salute. E per farlo non ho bisogno di studi medici, analisi e complicate attrezzature, mi basta indossare un wearable!».
I “wearable”, letteralmente “indossabili”, sono strumenti digitali per il monitoraggio della salute talmente piccoli da essere nascosti in oggetti di uso comune.
«Vedi questo? [Mostra un cerchietto color oro rosa che porta all’indice della mano sinistra, ndr] Questo anello si chiama Oura ed è capace di tenere sotto controllo fino a 20 valori biometrici, inclusi il mio ritmo del sonno, il battito cardiaco e la percentuale di ossigenazione del sangue. Questo strumento, insieme ad altri sistemi di tracking del sonno, del metabolismo e dei bioritmi, sta aprendo nuove frontiere nel campo della salute e del benessere personale. La prossima meta è il bio-hacking, ovvero l’uso della tecnologia per alterare la nostra biologia».

Tiziana, tu segui da vicino il lavoro di Dave Asprey, il noto bio-hacker. Cosa suggerisce l’esperto per migliorare la qualità del sonno e vivere più a lungo (forse per sempre)?
«Nel suo libro (Super Human: The Bulletproof Plan to Age Backward and Maybe Even Live Forever) e attraverso il suo seguitissimo podcast, Asprey non ha mezze misure e sentenzia: “Sleep or Die” (Dormi o Muori). L’esperto sostiene che la mancanza di sonno cronica, insieme ad altri fattori fra cui nutrizione errata, mancanza di attività fisica, inquinamento ambientale, è una delle concause dell’insorgenza di patologie quali le malattie cardiovascolari, l’Alzheimer, il cancro e il diabete. Nonché un acceleratore dell’invecchiamento».

Un scenario non troppo rassicurante. Cosa possiamo fare per dormire meglio e più a lungo?
«Le stratege più comuni includono: non esporsi alla luce blu dopo il crepuscolo, utilizzare fonti di luce tenui e calde (rosse o ambrate), e indossare occhiali speciali che simulano il crepuscolo e ci sincronizzano con i ritmi naturali di sonno-veglia».
Ok, quindi: cambiamo le lampadine, evitiamo di guardare lo schermo del cellulare al buio e mettiamoci gli occhiali a filtro blu davanti al computer. C’è altro?
«Sì. Dovremmo seguire una dieta equilibrata e consumare una cena leggera, con più proteine e verdure che carboidrati, almeno tre ore prima di andare a letto. In questo modo si possono evitare i picchi glicemici notturni che hanno notevole impatto, negativo, sul sonno».
E cosa possono fare i wearable per aiutarci a fare sogni d’oro?
«Ah, magari esistesse la macchina dei sogni d’oro! Però non ci siamo ancora. Quello che oggi possiamo fare con i wearable è monitorare due fondamentali fasi del sonno: quella REM (in cui il nostro cervello è più attivo e produce sogni vividi) e quella non-REM (detta anche fase del sonno profondo, in cui produciamo onde lente Delta). Quest’ultima è indispensabile per mantenere il nostro benessere generale, ritardare l’invecchiamento (di corpo e cervello) e favorire la longevità».
Oltre all’importanza del sonno per la salute, oggi si parla tanto di diete chetogeniche (keto) e digiuno intermittente. Funzionano davvero per vivere più a lungo?
«Le diete chetogeniche, caratterizzate da un basso apporto di carboidrati e un maggiore consumo di grassi sani, inducono il corpo a entrare in chetosi. In questo stato metabolico il nostro organismo utilizza i grassi che abbiamo accumulato come energia. Studi recenti stanno dimostrando che i benefici della keto non si limitano a ridurre il girovita, ma hanno anche un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie metaboliche (come il diabete di tipo 2), cardiache e neurodegenerative.
Anche il digiuno intermittente può aiutare a restare giovani?
«Certo. L’intermittent fasting, come si chiama qui, che in genere prevede di digiunare 16 ore e mangiare durante una finestra di otto ore, migliora la sensibilità all’insulina, riduce gli stati di infiammazione e aiuta il processo di autofagia, ovvero la capacità del nostro corpo di sbarazzarsi delle cellule vecchie sostituendole con le nuove».
I dispositivi wearable ci possono aiutare a capire in che stato metabolico si trova il nostro corpo?
«Sì, ormai siamo tutti più consapevoli del nostro benessere e la tecnologia ci offre la possibilità di misurare i nostri bio-marker fornendoci un pronto riscontro sui nostri comportamenti alimentari e stili di vita. Chi segue una dieta chetogenica, per esempio, o il digiuno intermittente, ha bisogno di saper con esattezza scientifica come il proprio corpo sta rispondendo alla dieta e l’interazione che questa può avere con il sonno».
Ma gli strumenti a disposizione oggi per misurare la chetosi o non sono affidabili, o non sono pratici e richiedono manovre invasive. Confermi?
«Verissmo, purtroppo. Ma presto arriverà sul mercato KetoTapTM. Ideato dalla Phenotap, questo sarà il primo dispositivo non invasivo per la misura continua dello stato di chetosi del corpo».

Phenotap, la startup con cui collabori, è stata fondata da un italiano, Giovanni Battistini, imprenditore di successo e innovatore.
«Collaborare con Battistini è entusiasmante. Insieme al suo pool di esperti, Giovanni ha messo a punto il concetto di Cognizant Nutrition (consapevolezza metabolica), dimostrando l’importanza di conoscere la nostra risposta metabolica in ogni momento della giornata. Poter misurare questa risposta in maniera semplice, con un apparecchio non invasivo e a portata di mano in ogni situazione, è essenziale per una gestione efficace della nostra salute e benessere. Per questo è stato creato KetoTapTM, un dispositivo innovativo del quale sentirete parlare molto presto».
Oltre a digiunare e a dormire bene, quali sono i segreti di lunga vita (ed eterna giovinezza) che arrivano dagli USA?
«Non aver paura di osare e sperimentare con le nuove tecnologie. Il messaggio generale di Asprey e di altri biohackers è che non dobbiamo rassegnarci ad una vecchiaia segnata dalle malattie e dal graduale deterioramento del nostro corpo e del nostro cervello».
Dave Asprey dice di voler vivere fino a 180 anni. E Tiziana Marcuccio?
«Io faccio attività fisica, cerco di controllare lo stress, ciò che mangio e come dormo grazie ai miei wearables e aspiro all’eternità! [ride, ndr] Ma mi accontento anche di invecchiare mantenendo al sempre al massimo la mia vitalità e l’energia».
Vitale, energica, proprio come la “Città che Non Dorme Mai”.