Estate tra magia e tradizione

I rituali più suggestivi della notte più corta dell’anno, da Stonehenge all’acqua di San Giovanni

Di Paola Emilia Cicerone – giornalista scientifica

L’estate si sta avvicinando a grandi passi. Manca davvero pochissimo al solstizio che segna nel nostro emisfero l’inizio della stagione e il giorno più lungo dell’anno, in cui il sole sembra fermarsi in cielo prima di continuare il suo percorso; la stessa parola “solstizio” viene dal latino sol, “sole” e sistere, “fermarsi”. Se oggi il pensiero va all’inizio delle vacanze, o almeno alle scampagnate domenicali, per le civiltà agricole dell’antichità, la cui sopravvivenza era legata all’andamento delle stagioni, la ricorrenza assumeva una particolare solennità ed era celebrata con falò, danze e cerimonie di cui ancora oggi si trovano segni nella tradizione popolare. Anche se all’epoca non si trattava di una data precisa – a proposito, quest’anno il solstizio astronomico in Italia cade il 20 giugno alle 22,51 – ma, indicativamente dei giorni che vanno dai 21 al 24 giugno, una tradizione che si mantiene in molte celebrazioni legate alla festa di San Giovanni.

Nella storia delle celebrazioni del solstizio, che attraversa i secoli e i continenti, gli elementi magici si associano all’osservazione dei fenomeni naturali e ai riti propiziatori per le coltivazioni. Secondo quanto ricordano alcune tradizioni esoteriche, nell’antica Grecia il solstizio d’estate apriva ‘la porta degli uomini’, mentre quello invernale ‘la porta degli dei’, due momenti di comunicazione tra dimensioni diverse, un tema che ritroveremo in altre tradizioni. Nell’antica Roma – dove il solstizio cadeva il 24 giugno – si celebrava invece Fors Fortuna, un’antica divinità italica che sovrintendeva al caso e al destino, ma nello stesso periodo cadevano anche celebrazioni dedicate alla dea Vesta.

Oggi la nostra idea di solstizio è legata soprattutto alla tradizione celtica e alle immagini di Stonehenge, il sito neolitico inglese – forse un antico calendario o un luogo di culto – dove ogni anno in questa ricorrenza si svolgono celebrazioni con la partecipazione di neopagani e moderni druidi.

E, in effetti, per secoli i giorni tra il 21 e il 24 giugno sono stati per i popoli celtici, gallici e germanici un periodo di festa in cui celebrare la fertilità e la rinascita. Non si tratterebbe esattamente dell’inizio dell’estate, che questa tradizione fa cadere a Beltane, intorno al primo maggio: la festa di fine giugno, chiamata Litha o Lithas è comunque, come altre ricorrenze, un momento in cui la separazione tra il mondo degli spiriti e quello degli uomini si fa più fragile. E’ a questa tradizione che si ricollega il Sogno di una notte di Mezza Estate, la commedia magica di William Shakespeare: Midsummer – o Midsommar nelle lingue scandinave – è infatti un altro nome di queste ricorrenze.

Oggi molte celebrazioni sono legate alla festa di San Giovanni, il 24 giugno, e in particolare alla notte che la precede. Quella di San Giovanni è in diverse città- tra cui Roma, Firenze e Genova- una popolare festa patronale, in cui si riprendono antichi rituali con la tradizione dei fuochi d’artificio e dei falò che a volte vengono saltati per buon auspicio.

Falò di San Giovanni a Torino

Quella prima della festa è una notte magica, in cui si raccolgono le noci per fare il nocino e anche le erbe per preparare l’acqua di San Giovanni: si fanno macerare in una bacinella petali di fiori ed erbe aromatiche e medicinali – tra cui spesso l’iperico, chiamato anche erba di San Giovanni – lasciandola per tutta la notte all’aperto in modo da metterla in contatto con la rugiada, e poi si usa per lavarsi il viso allo scopo di preservare la bellezza e allontanare le malattie.

Acqua di San Giovanni

Un’altra tradizione legata alla ricorrenza è quella della Barca di san Giovanni: in questo caso, un albume d’uovo viene colato in una brocca d’acqua e lasciato riposare all’aperto tutta la notte perché si rapprenda in forme fantasiose – tra cui assai comune quella di una nave a vele spiegate – che possono essere interpretate per ricavarne auspici per il futuro (in alcune regioni lo stesso rito è ribattezzato Barca di San Pietro e proposto il 28 giugno) .

“Barca di San Pietro”

Che cosa ci resta oggi di tutto questo? Il fascino di alcune cerimonie e di alcuni luoghi fa ancora risuonare memorie antiche: io stessa ricordo con emozione la mia visita a Stonehenge, e ogni 21 giugno a Roma i turisti si affollano al Pantheon a mezzogiorno, quando i raggi di sole entrano nel foro della cupola disegnando sul pavimento un cerchio luminoso.

Il fascino del sole che percorre un sentiero di pietra per mostrarsi nel suo splendore è tale che a New York è stata coniata la definizione Manhattanhenge per descrivere il fenomeno del sole che al tramonto, in alcuni giorni, si allinea perfettamente con le strade che attraversano Manhattan: il prossimo appuntamento per ammirare il fenomeno è il 12 luglio. Ma forse c’è anche altro: la ruota dell’anno che gira ci ricorda che facciamo tutti parte di un ciclo naturale e che siamo anche noi, come tutte le creature viventi, ospiti di questo pianeta.

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