Io sono salute .Quando la letteratura incontra la medicina
Aboca edizioni 2023
Di Paola Emilia Cicerone – giornalista scientifica

“La salute è anche un atto di volontà e di libertà, e ognuno di noi è il primo a doversene e potersene dare una”: lo ricorda Nicola Gardini in questo saggio che parla al tempo stesso di letteratura e di medicina, o meglio di quello che la malattia rappresenta nella nostra vita. Un libro che ha attirato la mia attenzione, soprattutto per come definisce la salute: non una condizione data, ma “qualcosa che si ricerca per tutta la vita, e che ognuno può darsi qualunque siano le sue condizioni oggettive”. Per esempio, osserva l’autore citando Seneca, ricordando di bastare a se stessi e di coltivare lo spirito.
Docente di letteratura all’Università di Oxford, oltre che artista e scrittore, Gardini parte da esperienze personali, come la malattia del padre e quella del marito cui ha dedicato due libri (il romanzo Lo sconosciuto, Sironi 2007, e il memoir Nicolas, Garzanti 2022). In un percorso che non può prescindere dalla letteratura, con ampie citazioni in cui spesso l’originale si affianca alla traduzione: “La letteratura parla sempre di salute, perché si preoccupa di spiegare la forza e la debolezza degli esseri umani”, ci ricorda l’autore. E si riferisce a una salute che va oltre la vita fisica, perché è salute anche essere presenti nei discorsi di altri quando non ci saremo più, così come leggere e ascoltare, e cercare le parole per raccontare le proprie esperienze, per quanto dolorose. Ricordando che la scrittura ricrea ogni volta la realtà rigenerando l’esperienza vissuta.

Ampio spazio è dedicato al tema dell’AIDS, di cui la letteratura si è occupata a lungo – Gardini ricorda Susan Sontag ma anche La sinfonia degli addii di Edmund White (Playground 2019) – analizzando come mai prima il corpo malato. Ma al tempo stesso, sottolinea l’autore, ha fornito informazioni importanti sull’infezione, rafforzando l’identità omosessuale, dando voce a migliaia di malati che non avevano alcuna possibilità di farsi sentire, e creando un linguaggio del dolore e della perdita. Nel libro compaiono autori famosi segnati dalla malattia, come Baudelaire e Nietzsche, ma anche l’amicizia dell’autore con Pia Pera, scrittrice e traduttrice che ha saputo raccontare con grazia e sincerità la SLA che l’avrebbe uccisa nel suo Al giardino ancora non l’ho detto (Ponte Alle Grazie 2016). Un esempio, afferma Gardini, di come un’esperienza così drammatica sia anche un’opportunità per raccontare quanta vita ci può essere nella malattia. Vista come un’esperienza individuale che deve essere liberata dalle spersonalizzazioni dei protocolli medici per recuperarne l’unicità. Perché i malati, ricorda l’autore, sono tutti diversi tra loro, anche quando hanno la stessa malattia: non a caso l’inglese parla di disease e illness, due termini che indicano la differenza tra un oggettivo “essere malati” e un “sentirsi malati” che rimanda all’esperienza individuale.

E per qualcuno – come per Nicolas – anche la malattia terminale può rivelarsi “una condizione estrema di salute” che permette di “trovare nuove misure perché la vita perduta dia luogo a una vita nuova”, fatta dell’impegno a vivere la felicità giorno per giorno e anche della “cura” che viene dalla presenza degli affetti più cari. Ma per far questo ogni malato deve conservare la capacità di agire, in qualche modo, entro lo spazio della vita che gli resta. Un concetto che ci riporta alla medicina narrativa, e infatti tra gli incontri raccontati da Gardini c’è quello con Rita Charon, autorità indiscussa in questo campo. Ogni malato, scrive Gardini commentando le parole di Charon, “ha il dovere verso se stesso di onorare la vita fino all’ultimo contemplando il disegno della propria”, e ogni medico quello “di aiutarlo a compiere il disegno, a riconoscere lo svolgimento di una volontà”. Basterebbe questa frase per consigliare la lettura di Io sono salute a chiunque lavori in ambito sanitario, o abbia a che fare per qualunque motivo con la malattia.

* Immagini generate con l’aiuto di intelligenza artificiale