
Dalle imbalsamazioni egizie alle moderne sale autoptiche
A cura della Redazione

L’anatomia sta alla fisiologia come la geografia alla storia, perché “descrive il teatro degli eventi”. La citazione, che si deve a un medico francese del XVI secolo, Jean-François Fernel, riassume bene lo spirito del saggio La mirabolante avventura dell’anatomia umana, Dalle imbalsamazioni egizie alle moderne sale autoptiche (Dedalo 2025) firmato da Edoardo Rosati, giornalista medico- scientifico e scrittore, assieme a Gian Battista Ricci, psicologo-psicoanalista ma anche autorevole disegnatore anatomico.
“L’anatomia”, spiega l’autore, “è una sorta di filo rosso che da sempre ha attraversato la storia umana, teso tra la curiosità di comprendere e il timore di profanare”. Un percorso che Rosati racconta con piglio giornalistico spaziando tra discipline diverse, dalla linguistica – chi ricorda che il termine greco anatomia significa letteralmente “tagliare attraverso”? – alla storia dell’arte e del cinema oltre, naturalmente, alla medicina.
Si parte dall’antichità con le prime testimonianze che risalgono alla cultura mesopotamica e soprattutto egizia: proprio in Egitto la pratica della mummificazione offrì agli imbalsamatori l’opportunità di esaminare a distanza ravvicinata il corpo umano, acquisendo conoscenze avanzatissime per l’epoca. Un inizio trionfale che è stato seguito da una battuta di arresto che in occidente si è protratta – con brevissime interruzioni legate alla cultura ellenistica- all’incirca 1500 anni, arrivando fino al tardo Medioevo.
E poi si parla del ruolo fondamentale che hanno assunto nei secoli le cere anatomiche che ancora oggi possiamo ammirare nei musei, ma anche delle radici del macabro, e delle scoperte rivoluzionarie che riguardano arterie, cuore e cervello. E dei protagonisti di questo percorso, dal medico bolognese Mondino de’ Liuzzi, il primo a utilizzare l’autopsia nell’insegnamento della medicina, a Leonardo da Vinci, e ad Andrea Vesalio che nel sedicesimo secolo con il suo De humani corporis fabrica sistematizzò le fondamenta della moderna anatomia scientifica. Ma si parla anche dei ladri di cadaveri che dalla fine del diciottesimo secolo hanno rifornito le università inglesi dell’indispensabile materia prima, non essendo abbastanza numerosi i cadaveri dei criminali accusati di omicidio che un’apposita legge metteva a disposizione degli studiosi. Un problema che ha attraversato tutta la storia dell’anatomia: nel nostro Paese, ricorda Rosati, è stata approvata di recente una legge (n°10 del 10 febbraio 2020) sulla donazione dei corpi alla scienza a fini di studio, formazione e ricerca.
Ma nelle pagine del saggio c’è molto altro, dalla Lezione di anatomia del dottor Tulp di Rembrandt alla celebre mostra Body Worlds che espone veri corpi umani, al body horror raccontato dai film di David Cronenberg fino all’arte contemporanea. E alle serie televisive: se a rendere popolari le autopsie, arrivando in qualche modo a sdrammatizzarle, è stata CSI – Scena del crimine, la serie dedicata alla polizia scientifica di Las Vegas, non si può non citare una popolare serie medica come Grey’s Anatomy che rievoca nel nome il Gray’s Anatomy, il classico manuale, ancora diffusissimo, scritto a metà dell’800 dall’anatomista e chirurgo inglese Henry Gray. Ad arricchire una lettura già sicuramente godibile, infine, troviamo una serie di interviste ad anatomisti e anatomo-patologi, che raccontano in prima persona le moderne tecniche di studio del corpo umano.