Perché i funerali diventano sempre più motivo per porre al centro se stessi invece della persona scomparsa?
Di Minnie Luongo – giornalista medico- scientifica

È morto Re Giorgio. Il 4 settembre, a 91 anni, è mancato un grande Over, famoso in tutto il mondo. Il NewYork Times gli ha immediatamente dedicato la copertina, con una sua foto di più anni fa.

Di lui è stato detto tutto, ma a noi piace ricordare un’intervista del 1984, quando lo stesso Armani delineò le sue tre regole, sintesi di una filosofia duratura e raffinata:
1) Conoscere profondamente se stessi e non camuffarsi , perché lo è stile autenticità, non maschera.
2) Saper scegliere il momento giusto per vestirsi in una certa maniera: il gusto è tanto questione di contesto quanto di gusto personale.
3) Non farsi mai portare in giro dal vestito, ma portare in giro il vestito .. . Infatti, vestire è un atto di espressione, non di sottomissione.


Lo stesso giorno della morte di Giorgio Armani sui social avevo scritto alcune riflessioni che qui di seguito riassumo:
Sono perplessa. E amareggiata. Non ho mai capito gli applausi a un funerale (tutt’altra cosa i 24 minuti di applausi alla 82a Mostra del Cinema di Venezia per il cast del film dedicato alla bimba uccisa a Gaza), ma perché approfittare della scomparsa di Giorgio Armani per postare una foto CON lui? È esattamente ciò che si scontra con l’idea di sobrietà e di rigore propria di Armani. E invece tutti a cercare immagini scattate assieme, a riferire (per sentito dire) episodi della sua vita, a citare poesie, ricordi, addirittura brani- scritti o musicali- in cui si è fatto il suo nome. Mi chiedo: se il povero Rino Gaetano fosse sopravvissuto ai tantissimi personaggi famosi elencati nella sua celeberrima canzone, si sarebbe comportato così?
E allora un riconoscimento sincero alla classe di Mauro Cervia, il “veterinario dei vip”- come viene chiamato- per aver scritto sui social questo semplice post.

Lui che per anni, assieme ad Armani a Pantelleria, ha dedicato le proprie vacanze a sterilizzare tanti cani randagi. Lui che con un collega ha fondato Amoglianimali Onlus. Ricordate la fortunata campagna pubblicitaria in cui Re Giorgio diceva “Abbandonare gli animali non è di moda”? Ecco, era sua, lanciata e promossa da Armani in primis.
Onorata di averlo come amico (ci conosciamo da 40 anni) oltre che come Vet (pur essendo io tutto meno che una vip) e come collaboratore illustre di questa rivista (con la sua rubrica Amoglianimali, ndr). Armani avrebbe senz’altro apprezzato il commiato di Cervia. P.S. Luna è l’adorabile cagnolina del dott. Cervia, mancata meno di un mese fa.

Davanti a una persona cara che muore sono sufficienti poche parole sentite e un breve inchino.