Presagi di freddo

Di Bruno Belletti – autore

Preludi d’inverno

L’aria non è più brezza

ma un dolce fardello

adagiato sulla pelle.

Il cielo, grigio ferro,

abbassa il suo sipario pesante.

I contorni del mondo sono sfocati,

come un ricordo evanescente.

Profumo di terra bagnata,

di legna non ancora arsa,

di foglie morte

che lentamente si fanno polvere.

L’odore acre di un’attesa,

indefinita e tormentosa.

Dentro, si accende un bisogno:

raccogliere i pensieri,

farli piccoli e vicini,

custodirli in un angolo caldo.

Cercare i tessuti pesanti,

le coperte,

le storie lunghe,

la luce bassa e avvolgente

di una lampada antica.

C’è quiete.

Non la pace dei fiori,

ma sementi sospese,

raccolte in zolle oscure.

 Tutto rallenta,

 si ritira nella radice.

E in questa stasi,

una fredda chiarezza,

come cristalli di ghiaccio sul vetro.

La certezza che dopo il sonno

ci sarà,

di nuovo,

un altro risveglio.

Freddi passi

Polvere di luna

dispersa

fra le luci

opache

di questo inverno,

che incombe malfermo,

misterioso e incerto,

come i miei passi,

verso la terra promessa

del mio tenue domani.

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