Salute, malattia, assicurazioni, analisi, interventi chirurgici, e tutto quell’insieme di cose che riguardano la salute al di là dell’Oceano.
Di Flavia Caroppo – giornalista, corrispondente da New York

Oggi vi parlo della differenza tra la sanità negli Stati Uniti e in Italia. Preparatevi perché è un viaggio folle tra costi alti e spese pazze. Vi racconterò le differenze tra il sistema pubblico e privato per garantire la salute del cittadino, ma vi svelerò anche alcuni aneddoti personali. Partiamo!
Negli States, se vuoi curarti, meglio assicurarti! È un po’ come se la salute fosse una festa privata a cui puoi partecipare solo se hai il biglietto d’ingresso, ovvero un’assicurazione sanitaria privata. Senza di essa, rischi di vederti tirare la porta in faccia e rifiutare le cure. Non è uno scherzo! Sei senza assicurazione? Preparati a combattere da solo contro germi e malattie!
Negli Stati Uniti l’assicurazione è obbligatoria per tutti, e i costi variano dalle centinaia di dollari al mese sino a zero, o poco più. Si tratta di Medicaid, un sistema di assicurazione per i meno abbienti introdotta da Obama con il nome di Affordable Care Act. Una vera manna dal cielo per chi, come me quando mi sono trasferita in America, faceva parte della categoria dei poveri!
L’Obamacare mi ha salvato la vita. Ad un certo punto, durante il mio periodo di “sanità pubblica”, ho avuto bisogno di alcuni accertamenti specifici che, con un’assicurazione del libero mercato di livello medio, mi sarebbero costati oltre 40mila dollari. Ma non ho sborsato nemmeno un centesimo!

Passano alcuni anni e sottoscrivo un’assicurazione sanitaria privata abbastanza costosa, che però era coperta in parte dal mio datore di lavoro. E qui arriva il bello! Ad un certo punto devo sottopormi ad un’operazione chirurgica. La prima domanda che faccio è: “Ma la mia assicurazione la copre?”. I rischi dell’intervento e tutti gli altri dettagli legati al salvare la pellaccia erano magicamente passati al secondo posto… Benvenuto processo di americanizzazione! Comunque la storia adesso si fa interessante.
L’assicurazione copre l’intervento, mi viene assicurato (le parole sono importanti) e serena vado sotto i ferri. Circa un mese dopo mi arriva una fattura dall’ospedale per oltre 4mila dollari! E sapete perché? L’intervento in sé era coperto dall’assicurazione, ma l’anestesia non era compresa nel pacchetto. Non ci posso credere nemmeno io, ho persino scherzato col medico dicendo che la prossima volta (che speriamo non ci sia) avrei cercato le sostanze per l’anestesia in maniera “illegale”. Ridere fa bene, ma c’era un fondo di verità in quella battuta!
Un altro episodio che mi ha fatto rimanere a bocca aperta è stato quando sono andata dall’oculista. Premessa: lenti correttive e visite oculistiche, così come le cure dentarie, non sono coperte dall’assicurazione di base, mi tocca aggiungere circa 50 dollari al mese alle centinaia che già pago. Dicevamo, sono dall’oculista, pago i miei 75 dollari di “ticket” (che qui si chiama copay), e ricevo una visita accurata, niente da dire. In realtà, però, io avevo solo bisogno di una nuova prescrizione per gli occhiali! E quando, nel lasciare lo studio, ho chiesto alla segretaria la prescrizione delle lenti, mi ha risposto che se volevo una copia stampata da portare al negozio di occhiali, dovevo sborsare altri 75 dollari? Sì, avete capito bene! Potevo vedere bene, ma per avere quella dannata prescrizione dovevo pagare di nuovo!

Spero che questa piccola incursione nella mia esperienza personale vi abbia dato uno spaccato delle differenze tra i due sistemi. Non sto dicendo che uno sia perfetto e l’altro un disastro, sicuramente ci sono lezioni da imparare da entrambi, ma è chiaro che la salute non dovrebbe dipendere dal saldo del tuo conto corrente.
l’Italia con il suo sistema sanitario pubblico offre un’opportunità di accesso universale alle cure mediche, senza dover vendere un rene per farlo. Negli Stati Uniti, invece, bisogna fare i conti con l’assicurazione privata, le spese aggiuntive e le sorprese sulle coperture.
Speriamo che in futuro si possano trovare soluzioni migliori per garantire a tutti una salute di ferro, senza troppi grattacapi e senza dover fare acrobazie finanziarie. Fino ad allora, tengo la tessera della mia assicurazione sanitaria a portata di mano e spero che non mi si presenti l’urgenza di un trapianto di portafoglio.