Generazione F          Perché Sanremo è Sanremo!

Se non ora, quando? Tradotto: se non in occasione di questo numero che ha come fil rouge il Festival di Sanremo, quando togliersi la curiosità di andare a leggere in Rete come nacque il famoso tormentone Perché Sanremo è Sanremo?

Detto fatto. Risale all’edizione del 1995 (quindi, quasi a 30 anni fa) l’ormai inconfondibile jingle della manifestazione canora. Composta dal direttore d’orchestra Pippo Caruso, venne cantata da Maurizio Lauzi (figlio del geniale Bruno) nella sua prima versione e successivamente da Rudy Neri dei Prefisso. E qui la curiosità, almeno la mia, è più che appagata.

Nelle pagine che seguono troverete contributi di chi detesta il “Festival della Canzone italiana”, di chi gli dà un’occhiata zampettando da un canale all’altro, di chi lo segue sempre. Sta di fatto che ancora in corso la 74a edizione, già si è cominciato a fare previsioni sul direttore artistico del prossimo anno. Perché Sanremo inizia prima di cominciare ufficialmente, e continua anche calato il sipario dell’ultima serata. Fatto di costume, tradizione, “rito” o altro, è indubbio che il Festival faccia ormai parte della nostra storia (magari con la s minuscola) da oltre 70 anni, ovvero prima della nascita della TV (le primissime edizioni furono trasmesse per radio) e quindi… scriviamone.

Il mio rapporto con Sanremo è discontinuo. Alcuni anni lo ignoro, altri lo seguo dall’inizio alla fine di ogni serata, nonostante ultimamente ciascuna duri cinque ore filate.

Accennerò solo a un paio di ricordi. Avevo poco più di nove anni quando sdraiata sul divano di casa mi ero addormentata seguendo Sanremo. Mi risvegliai con una strana sensazione: c’era Mina che cantava un motivo che mi apparve come surreale, sospeso tra la veglia e il sonno che ancora non mi aveva lasciato. In realtà non mi sbagliavo più di tanto: almeno con me gli autori avevano fatto centro col significato del loro brano “Le mille bolle blu”. Leggo infatti: Le bolle creano un’atmosfera fantastica, e i testi descrivono un ambiente onirico ed etereo in cui la cantante vede migliaia di bolle blu fluttuare intorno a lei, mentre si alzano e cadono nel cielo. Il tutto si può interpretare come una rappresentazione dell’amore puro e innocente. Una fuga dalla realtà in uno stato di beatitudine”. Chissà, forse avrei dovuto fare il critico musicale!

Per chi non lo ricordasse, ecco il testo completo:

Se tu
Chiudi gli occhi
E mi baci

Tu non ci crederai
Ma vedo
Le mille bolle blu
E vanno leggere, vanno
Si rincorrono, salgono
Scendono per il ciel

Blu
Le mille bolle blu
Blu
Le vedo intorno a me
Blu
Le mille bolle blu
Che volano e volano e volano
Blu
Le mille bolle blu
Blu
Mi sento dondolar
Blu
Tra mille bolle blu che danzano
Su grappoli di nuvole

Dentro a me le arpe suonano
Bacio te
E folli immagini
Giungono

Blu
Le mille bolle blu
Blu, le vedo intorno a me
Blu, le mille bolle blu
Che volano, mi chiamano, mi cercano

Amor
Impazzisco di gioia
Se vedo passeggiar
Nel vento, le mille bolle blu
Un bacio, ancora un bacio
S’avvicinano
Eccole eccole
Sono qui

Blu
Le mille bolle blu
Blu
Le vedo intorno a me
Bolle
Le mille bolle blu
Che volano e volano e volano
Blu
Le mille bolle blu
Blu
Mi sento dondolar
Blu
Tra mille bolle blu che danzano
Su grappoli di nuvole

Dentro a me le arpe suonano
Bacio te
E folli immagini
Giungono

Blu
Le mille bolle blu
Blu, le vedo intorno a me
Blu, le mille bolle blu
Che volano, mi chiamano, mi cercano
E volano, volano…
Nel ciel

Passano pochissimi anni e nel ’64, tredicenne, davanti allo schermo mi innamoro. Perdutamente. Di lui, diciannovenne romano con gli occhi truccati (uno scandalo a  quei tempi!), ancora liceale, che canta “Una lacrima sul viso”. E sulle note di questa canzone ballai i miei primi lenti alle feste di pomeriggio a casa di una compagna di scuola, con un quattordicenne biondino dagli occhi azzurri che mi teneva le mani sui fianchi, quasi senza sfiorarli, e col quale- nei tre minuti della durata del 45 giri- non scambiai mai neppure una parola. Anzi una da parte sua: la famosa “Balli?” e un monosillabo bisbigliato da me: “Sì”. Ma ancora adesso quando sento attaccare le prime note di “Una lacrima sul viso” avverto un conosciuto sfarfallio nella pancia e il ricordo va a Walter B. e al suo “Balli?”. Per inciso: Bobby Solo continua a piacermi, sia pur solo come cantante…

Un’ultima riflessione riguarda il Festival appena concluso e la mia coetanea Loredana Bertè con “Pazza”. Qui a conquistarmi è un verso della canzone in cui mi rifletto come poche volte:

E sono pazza di me
Sì perché mi sono odiata abbastanza

P. S. Una domanda che continua ad assillarmi: perché nel 1964 Bobby Solo venne squalificato perchè costretto a cantare in playback per via di una faringite che l’aveva colpito, mentre esattamente 20 anni dopo i Queen, superospiti della manifestazione sanremese, furono costretti ad esibirsi in playback? Non ringraziero’ mai abbastanza il genio di Freddie Mercury, che per “sabotare” l’esibizione, tenne volutamente a molta distanza dalla bocca il microfono!  

Ma ne avrei tante altre di emozioni legate a Sanremo da ricordare… Perché? Perché Sanremo è Sanremo!

                                                                                                                Minnie Luongo

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