I Piatti del buon ricordo quest’anno diventano Over compiendo 60 anni. Una ricorrenza festeggiata più negli Usa che in Italia, dove hanno avuto origine grazie alla creatività di Dino Villani
Di Paola Emilia Cicerone – giornalista scientifica

Siamo fuori tema rispetto all’argomento di questo numero, sonno e sogni: in questo caso non si tratta di sogni ma di ricordi, e di un anniversario importante. Quello appunto del Piatto del Buon Ricordo, che quest’anno diventa ufficialmente “over” essendo nato nel 1964.
In Italia la ricorrenza non ha avuto molto risalto, anche se penso che saremo in molti a ricordare – e ad avere in casa – i piatti di ceramica dipinti a mano che celebravano la visita in un particolare ristorante, e la specialità del locale. La ricorrenza ha colpito invece il New York Times, da sempre interessato al nostro paese, che all’occasione ha dedicato un lungo articolo (www.nytimes.com/2024/04/21/style/buon-ricordo-collectible-plates-italy.html?unlocked_article_code=1.p00.mWH1.nWB0v_q4Or5E ). Un‘opportunità per scoprire che esistono ristoranti del Buon Ricordo anche all’estero, soprattutto a Parigi e in Giappone ma ora anche a New York, dove Terre- Pasta&Natural Wine, un ristorante di Brooklyn, è entrato nell’Associazione grazie alla sua specialità a base di pappardelle al cinghiale.
Ma come è nata l’idea di associare una specialità gastronomica a un piatto in ceramica? Il merito va a Dino Villani, gastronomo, pubblicitario e pittore cui si devono altre iniziative di successo come il concorso “5000 lire per un sorriso”, antesignano di Miss Italia, o l’idea di proporre un dolce pasquale a forma di colomba per utilizzare in primavera macchinari e ingredienti del panettone. Frequentando i gastronomi dell’Accademia Italiana della Cucina, Villani si convinse che occorreva un’idea per valorizzare e promuovere la cucina italiana regionale, riservata all’epoca alle trattorie casalinghe mentre i ristoranti di livello puntavano soprattutto su menu ispirati alla tradizione francese. Il Piatto del Buon Ricordo è pensato proprio per rendere appetibile la cucina del territorio offrendo la possibilità di creare una collezione che spinga a ripetere l’esperienza, e valorizzando al tempo stesso i ristoranti disponibili a dare spazio a ricette e prodotti locali.
Un’idea lungimirante, visto che oggi i Ristoranti del Buon Ricordo sono oltre un centinaio, distribuiti dal Nord al Sud dell’Italia – soprattutto in piccoli centri – ma anche all’estero. Le specialità protagoniste dei piatti sono presentate sul sito https://buonricordo.com/, che propone anche le ricette e avverte se, come a volte avviene, qualche ristorante ha cambiato specialità. Si spazia dagli antipasti ai dolci, e se primi piatti hanno comprensibilmente un grande spazio non mancano classici come i carciofi alla romana, la cassoeula o la cima ripiena. L’unica differenza rispetto al passato è che oggi per avere in omaggio il piatto bisogna consumare il Menu degustazione messo a punto da ciascun ristorante che, pur nel variare delle stagioni e quindi delle proposte, ha sempre come punto fermo la specialità effigiata sul piatto.

Ma i caratteristici piatti hanno anche un fiorente mercato internazionale, ed è possibile trovarli in mercatini e negozi di antiquariato, oltre che in vendita on line: nel 1977 è nata l’Associazione dei Collezionisti dei Piatti del Buon Ricordo (www.collezionistipiattibuonricordo.it ) il cui presidente Felice Macchi è stato intervistato dal New York Times. E anche i ristoratori hanno scelto di celebrare gli artigiani che da sessant’anni creano i caratteristici piatti dipinti a mano in stile naif: i festeggiamenti per il sessantesimo, coronati da una cena per mille persone cucinata da 100 chef mobilitati per l’occasione, si sono svolti infatti a Vietri sul Mare, il paesino della costiera amalfitana famoso proprio per le ceramiche, dove i Piatti del Buon ricordo sono prodotti nello storico stabilimento Ceramiche Artistiche Solimene, una vera istituzione della Regione.
