Di PAOLO D’ANGELO
Giornalista scientifico

Un piccolo passo per un uomo, un balzo gigantesco per l’umanità.
Con queste parole Neil Armstrong, poco prima delle cinque di mattina del 21 luglio del 1969, un lunedì, metteva il suo piede sinistro sulla superficie della Luna. Era la prima volta che un essere umano toccava un altro corpo celeste.
Tra pochi mesi saranno passati 50 anni, ma nella nostra memoria sono rimasti indelebili quei momenti. In Italia assistemmo ad una trasmissione storica che la RAI fece sul primo canale (allora ne avevamo solo due ed in bianco e nero) che durò 25 ore. Fu una notte magica per molti e fu altrettanto magica anche la diatriba che inscenarono Tito Stagno dagli studi televisivi di Roma e Ruggero Orlando che si trovava presso la NASA di Houston nel Texas.
“Ha toccato” esultava Stagno; “No, non ha toccato” replicava Orlando
dall’altra parte dell’oceano. Piccole cose rispetto allo storico momento che ci stava coinvolgendo tutti. Notte magica, come detto, che ci illuminava di illusioni e speranze. Stavamo improvvisamente per entrare nel futuro: l’uomo diventava “universale” come titolava un giornale quel giorno.
Eravamo stati capaci, nel volgere di pochi anni, di arrivare a toccare la Luna, ed ora chissà quali altre sorprese ci avrebbe riservato la nostra avventura su
questa Terra. Una notte in cui non si registrarono furti negli appartamenti perché eravamo tutti incollati davanti a quella televisione che ci raccontava di un
viaggio letteralmente fuori dal mondo.
Stavamo per entrare nel futuro nell’arco di una sola notte. Purtroppo, non fu così. Quei due fantasmi, come apparivano ai nostri occhi in quella TV senza colori, non ci regalarono un futuro prosperoso e di pace. Mille emozioni sì ma non un cambiamento radicale della nostra vita. In Italia in particolare tornammo con i piedi per terra il 12 dicembre successivo, quando una bomba fece una strage all’interno di una banca milanese. Iniziava così un periodo di attentati e sangue e non certo un futuro di fratellanza e felicità.Ma torniamo alla Luna.
Dopo quella notte la Luna fu visitata per altre 5 volte fino al dicembre del 1972. Arrivarci fu una sfida politica iniziata nel 1957 con il lancio del primo Sputnik tra l’allora Unione Sovietica e gli Stati Uniti.
Gara vinta da questi ultimi che misero sul piatto cifre incredibili ma ben poca cosa rispetto ai finanziamenti per una guerra che quella stessa nazione stava combattendo negli stessi anni nel Sud-Est asiatico.
Oggi stiamo quasi per celebrare i 50 anni passati da un inizio di futuro che non arrivò mai. A distanza di mezzo secolo però c’è ora la voglia di tornare lassù non più per esplorare ma per restare sul nostro arido satellite per comprendere meglio come fare per andare verso Marte, che rappresenta il futuro di un’umanità troppo stretta su questa Terra. Al momento il principale progetto euro-americano per un ritorno sulla Luna si chiama “Deep Space Gateway”.
Si tratta di una piccola stazione spaziale in orbita intorno al nostro satellite.
Una volta lì si potranno poi pianificare missioni che scenderanno sulla superficie. Ma il tutto è ancora in una fase progettuale a livello solo di idee accompagnato da astratti disegni.
La Luna però, dopo 50 anni, rimane ancora nei nostri sogni e nei nostri obiettivi.