Continua il racconto dell’epidemia che ha messo a nudo tutte le ipocrisie del genere umano
Di Enzo Primerano – Medico Rianimatore
18° Settimana
Caro Generale Covid, adesso mi avvicino a te con più disinvoltura ma sempre armato fino ai denti se tu dovessi dimostrare qualche forma di intemperanza.
Più ti guardo e più mi sembri sempre uguale anche se, oggettivamente, sembri più mite di prima. Naturalmente per la visuale che può avere un rianimatore clinico che osserva la propria enclave epidemiologica e cura tanti individui diversi nella loro unicità di esseri viventi e pensanti …
Confessa, Generale: “Hai forse avuto dei complici innominabili che ti hanno favorito?”. Forse hai avuto un insospettabile aiuto come successe a Garibaldi ed ai suoi Mille.
Infatti, Generale, devi sapere che quando l’eroe dei due mondi entrò in Sicilia lo fece con l’aiuto occulto della flotta inglese che ingaggiò con la potentissima marina borbonica una scaramuccia, che i libri ufficiali di storia non menzionano, che permise al tuo pari grado di entrare indisturbato nell’isola.
E il Generale sorridendomi mi sussurrò nell’orecchio poche parole con serenità e fermezza. Per quanto le sue affermazioni fossero sconcertanti, non ero per nulla sorpreso. Ma il Generale mi chiese anche di non divulgare quelle parole pronunciate; ed io, un po’ per paura un po’ per rispetto di un generale in prigione, gli dissi che avrei mantenuto la promessa. Pensando meglio a ciò che mi disse feci subito una serie di riflessioni simili ai messaggi che Alessandro Manzoni volle mandare ai lettori quando parlò della peste di Milano nei suoi “Promessi Sposi”. Ovvero: Divina Provvidenza e Castigo di Dio non necessariamente sono premi o punizioni dell’Ente Altissimo che ci guarda da lassù. Molto più spesso sono i nostri comportamenti o stili di vita virtuosi o meno che facilitano malattie o ci rendono fragili ed indifesi. Il Generale Covid spesso si comporta da esattore dei nostri comportamenti di vita e lo fa con una precisione assoluta senza guardare censo, pelle o religione. Neanche il comandante Che Guevara sarebbe così equo nel livellare la sua azione di equità sociale.
I progressi enormi che ha fatto in pochi decenni la Medicina ci hanno dato la possibilità di curare molte malattie; nel contempo, però, la stessa è stata così tanto spettacolarizzata da far ritenere di essere immortali e che ogni malattia sia in grado di essere curata.
Quindi, anche di fronte a cotanto infallibile crivello che ha mietuto così tante vittime e lasciato dei lutti in ognuno di noi, oggi la gente pensa a responsabilità terze piuttosto che alla crudeltà del generale COVID.
Generale, tu ci dai sempre spunti per pensare a quanto il genere umano debba cambiare abitudini e stili di vita. Ci stai dando addirittura degli utilissimi suggerimenti su come razionalizzare e implementare meglio la Medicina del futuro fatta di meno marketing e più prevenzione delle malattie, attraverso un sistema economicamente ragionevole e sopportabile che trova le risorse dentro se stesso. E tu Generale, con i tuoi mortali ammonimenti, avrai dato una spinta determinante ad un moderno modello di Medicina Sostenibile.
19 Settimana
Che profumo di bruciato ha l’odore del Creato
In questa prima e calda giornata d’estate e come ogni domenica mi accingevo ad andare a visitare l’indomito Generale più piccolo ma più feroce della storia del mondo. La mia non era compassione e neanche ammirazione, ma era soltanto l’intenzione recondita di carpire i segreti nascosti del Generale. Entrai nella cella e lui era lì in un angolo assorto, pensieroso e ben protetto da quello strano cappotto con le spine.
Mi vide, si alzò e ospitale mi salutò in silenzio con un sorriso; anch’io gli sorrisi nascosto sotto la mia protezione mascherata e lui mi fece un cenno di consenso avendo percepito il sorriso dal mio sguardo. ”Come va là fuori?” mi chiese.
Gli risposi perentoriamente : “Il tuo esercito è quasi tutto sconfitto ed i pochi focolai rimasti sono tutti accerchiati e ben presto chiederanno la resa.”
Non gli dissi che nel mondo ancora le sue truppe stavano vincendo e mettendo in crisi molti popoli e le loro capacità di sostentamento, visto il perdurare della battaglia. Ma lui, guardando le mie pupille ancora dilatate in un misto tra odio e paura, comprese subito che non stavo raccontando completamente il vero e proseguì con queste parole:
“ In questi mesi, senza possedere grandi doti di strategia militare, ho potuto capire che i miei maggiori alleati sono le vostre abitudini e la vostra voglia di prevaricare uno sull’altro. Siete capaci di svilire fatti in opinioni ed opinioni in fatti e chi ha il compito di informare si mette al servizio dei più potenti per narrare scenari ben diversi dalla realtà. Persino da questa finestra della mia cella vedo che vi state abbandonando a manifestazioni di iconoclastia verso chi non c’è più, ma siete così tonti da non riuscire a scorgere il male che vi viene inferto da chi, usando la vostra paura e odio sociale, vi mette gli uni contro gli altri.
Questi vostri inguaribili difetti mi porteranno indubbiamente alla vittoria, non la mia aggressiva velenosità di particella virale. Gli umani si autoinfergono ferite mortali ed irrimediabili perché, dalle origini del mondo, sono stati addestrati a sopprimersi tra di loro sulla base di fatue differenze.
Voi non conoscete neanche lontanamente cos’è un essere vivente e perché ha la grande fortuna di abitare nel giardino più bello dell’universo; voi non conoscete il rapporto tra la parte ed il tutto e come questo sia regolato da una immutabile armonia che non può essere cambiata pena gravi danni per le specie che popolano la Terra. Come in un grande computer voi giocate e vi compiacete di modificare i files di un sistema operativo così complesso ed interlacciato che non riuscite minimamente ad immaginare. La vostra ignoranza sui misteri dell’universo è imbarazzante e sgradevole, ma è soprattutto esecrabile come su quelle scarne e traballanti certezze riusciate a costruire instabili castelli di carta vendendoli come fossero robuste fortezze.
Il vostro odio reciproco si manifesta ad ogni catastrofe che avviene sulla Terra. Quando c’è un terremoto, uno tsunami, un’alluvione o altre calamità nella maggior parte degli umani (generalmente quelli che contano poco) prevale la voglia straordinario di salvare, ricostruire, curare o amare. Ma come è tanta la solidarietà dei tanti che contano poco, così è grande il danno inferto dai pochi che contano molto. Posso soltanto darti un fraterno consiglio: preparatevi al peggio ma non abbiate mai paura perché dentro la paura e l’odio reciproco ci sono le truppe migliori dei miei eserciti.
“Sono sicuramente i trucchi finali di uno stratega sconfitto” pensai e salutandolo mi avviai verso l’uscita comprendendo però che riusciremo a sconfiggerlo solo quando la fratellanza tra i popoli sarà reale e con incondizionato amore verso tutti gli esseri viventi. Come fosse il grande coro del respiro armonioso di questo pianeta.