Quando è apparso l’antenato dell’uomo? Un calcolo che fa venire i brividi…
di Giovanni Paolo Magistri – biologo

Solo a pensarci fa venire i brividi: LUCA (Last Universal Common Ancestor) l’antenato comune che ha dato origine ad ogni forma di vita e conseguentemente a tutti gli appartenenti al regno animalia, sembrerebbe, secondo le più recenti indagini, avere circa 4,3 miliardi di anni (Weiss et al., 2016/Nature Microbiology).
Dividendo 4,3 miliardi di anni per un valore medio di sopravvivenza di 80 anni, almeno nei Paesi economicamente avanzati, otteniamo 53.750.000 individui che, tenendosi per mano, formerebbero una fila che avvolgerebbe due volte l’equatore terrestre.
Il regno animalia si frammenta in phylum e sub phylum; quest’ultimo annovera i vertebrati ovvero le principali classi a noi più familiari: anfibi, uccelli, pesci, mammiferi, rettili.
“Amo gli animali”, spesso si sente dire nelle innumerevoli trasmissioni televisive mentre l’ospite innamorato tiene al guinzaglio la povera bestia con tanto di pelo cotonato; “io non mi nutro di animali”, è il ritornello di molti che di lì a poco consumeranno una tartina al caviale; “io soffro nel vedere gli animali immortalati per puro vanto estetico”, mentre rileviamo che ai piedi il sofferente indossa calzature di camoscio.
Generalmente tendiamo a manifestare affezione nei confronti dei nostri simili o a noi più vicini parenti biologici; cani e gatti sono entrati nella nostra vita come animali da compagnia, utilizzati per celare o scaricare nella maggior parte dei casi le nostre frustrazioni.
Contrariamente e a ragion veduta lottiamo per tenere lontani ratti e scarafaggi e d’estate usiamo spropositati quantitativi di insetticidi per evitare che zanzare, pappataci e altri insetti ematofagi ci rendano la vita impossibile e a volte anche minacciata.
La pet therapy è riconosciuta come efficace cofattore di cura. Con essa è evidente l’importanza di un equilibrio psicofisico per il benessere del nostro organismo ma, guarda caso, generalmente non è realizzata utilizzando animali lontani dalla nostra posizione tassonomica, ovvero i mammiferi.
Personalmente credo che se si conoscesse in modo meno superficiale la storia evolutiva dei viventi anche il lombrico sarebbe un abilissimo therapeutic pet.
Innumerevoli sono gli esempi di utilizzo di animali con fini socio-economici: cani guida per non vedenti, per la ricerca di dispersi, fino a ieri per faticosi lavori agricoli o per il trasporto di cose e persone, per la comunicazione a distanza, la caccia e molti altri ancora.
L’assoggettazione degli animali è comunque in tutti i casi evidenziati un aspetto ineluttabile e pone un interrogativo che dovrebbe trovare necessariamente risposta nell’organizzazione sociale delle popolazioni: utilità degli animali o elevazione degli stessi a rango homo similare?
In un mondo sempre più popolato è triste constatare come l’abbandono, la solitudine dell’individuo abbia assunto un aspetto di accettabilità sociale; compensare la carenza affettiva supplendola con un vicario a noi simile sembrerebbe il rimedio proposto da una società sempre meno attenta alle esigenze del singolo individuo: prezzo del passaggio da homo sapiens a homo socialis (Herbert Gintis and Dirk Helbing, Review of Behavioral Economics, 2015).
LUCA ha affrontato un’incessante trasformazione casuale premiata dalla selezione naturale del più adatto ed è sorprendente constatare che l’uomo esiste sul nostro pianeta da un tempo relativamente breve: immaginando di ridurre a 24 ore il tempo trascorso dall’inizio della solidificazione del magma terrestre, i più diretti antenati dell’uomo sono apparsi solamente nell’ultimo minuto della ventiquattresima ora, e solo negli ultimi secondi il mammifero homo ha iniziato a manifestare curiosità verso la natura circostante.
