Sulla Luna grazie a Filippide

Come nasce e si evolve il concetto di sport

Di Giovanni  Paolo Magistri – biologo   

    

Filippide. Statua ad Atene

Il Consiglio d’Europa nel 1992 ha definito lo sport come “Qualsiasi forma di attività fisica che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli”.

Fin dalla Preistoria essere atletici equivaleva avere maggiori probabilità di sopravvivenza; le danze tribali, oltre ad assumere significato propiziatorio, sembrerebbero nate per mantenere il fisico in efficienza e in equilibrio anche con necessità improvvise di belligeranza.

Quando l’emerodromo Filippide, dopo un’estenuante corsa, annunciò ad Atene la vittoria sui Persiani nel 490 a.C., certo non si rese conto di aver contribuito a far assumere all’esercizio fisico il significato di sport come fenomeno ad ampia diffusione, influenzando significativamente le moderne Olimpiadi.

È assodato che condurre una vita sedentaria non giovi né al fisico né alla mente, ma è altrettanto vero, come asseriva Rodolfo Margaria (1901-1983), insigne luminare di fisiologia umana, che l’esercizio fisico agonistico non procuri benefici; rincorrere un record sembrerebbe giovare più alla sfera psichica individuale, e forsanche per solidarietà, a quella collettiva, che ai complessi meccanismi biochimici della contrazione muscolare.

Durante una partita di calcio assistiamo spesso ad infortuni sul campo, alcuni di notevole entità, ma la vittoria finale di uno dei due contendenti rende vincitori tutti i fans, riempiendo i giornali per giorni di notizie al riguardo, e incrementando la vendita di magliette con il numero del giocatore più meritevole.

Oggi, il termine “sport” racchiude svariate accezioni, legate a inclinazioni e necessità differenti e del tutto soggettive; è così che per le strade delle metropoli notiamo individui che non avrebbero un solo grammo in eccesso da smaltire, anziani in piena efficienza fisica, di rado soggetti che abbisognano di movimento; tralasciando di citare, per tutti i ceti, le molteplici altre motivazioni di importanza socio-culturale. Insomma, un fenomeno di massa che influenza sia la sfera economica sia quella educativa; un potente strumento di crescita ed emancipazione personale?!

Ultimamente si sente utilizzare spesso il termine resilienza ovvero la capacità di un individuo di affrontare e superare un periodo di difficoltà; se da una parte l’uomo preistorico incontrava realmente difficoltà che mettevano a dura prova la sua resilienza, l’uomo moderno, non incontrando i medesimi ostacoli, sente la necessità di crearseli artificialmente attraverso le competizioni sportive.

Curioso ed interessante è rilevare come le più importanti conquiste dell’uomo- da quella dello spazio alla scalata dell’Everest, dal primo trapianto di cuore a quello artificiale, dalla prima attraversata atlantica in aereo al Concorde- siano state precedute da eventi sinergici che avevano in comune il superamento di un limite.

E allora: grazie Filippide!

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