Generazione F Il successo con la testa sulle spalle

L’editoriale sul successo ha per protagonista la nostra testimonial Maria Teresa Ruta

Non poteva che nascere di primavera, con quel sorriso… “il sorriso che non conosce confini”, come l’aveva definito Sandro Ciotti. Il 23 aprile ha compiuto 61 anni, che a ragione e con intelligenza dichiara con orgoglio. Due anni fa le avevamo dedicato la copertina, riservandole una rubrica che lei stessa aveva voluto chiamare “Lavori in corso”, perché Maria Teresa Ruta è così: mai con le mani in mano, ma sempre concentrata su qualche nuovo progetto. Parola da bandire: l’avverbio “ormai”, come ha dimostrato anche durante la recente lunga permanenza all’interno della casa del Grande Fratello VIP. Abbiamo tifato tanto per lei, ed eravamo proprio tantissimi in tutta Italia!

In questo numero il fil rouge è il successo, e chi meglio di lei può rappresentarlo? Conduttrice, giornalista, attrice, autrice, inizia a 16 anni vincendo il concorso di bellezza di Miss Muretto, ad Alassio. Quindi intraprende una solida carriera di fotomodella, per poi debuttare in RAI in veste di soubrette (come si diceva fino a poco tempo fa) in “Signorine grandi firme”. Il successo, quello vero, arriva con il programma “La Domenica Sportiva”, che conduce con il grande Sandro Ciotti. Nel 2018 vince “Pechino Express”, in coppia con Patrizia Rossetti.

A mio parere lei è “il successo con la testa sulle spalle: folle & concreta, impegnata & sensibile nello stesso tempo, sintetizzando così in pieno ciò che è la nostra Generazione Fortunata.

Del resto, perché ha accettato di essere testimonial del nostro magazine “GenerazioneOver60” lo potete ascoltare direttamente da lei, in un breve filmato sul nostro canale Youtube. Ma il motivo è presto detto: perché ama continuare a rinnovarsi.

Attenzione: non ho voluto una testimonial “basta che avesse l’età giusta”, questo mi preme molto sottolinearlo.  E allora forse vale la pena riproporre qui di seguito ciò che scrissi un paio d’anni fa in proposito.

Maria Teresa la conobbi quando presentava su Mediaset un programma di salute assieme al compianto prof. Fabrizio Trecca (un uomo che si amava o si odiava: io lo amavo follemente per il suo coraggio di non avere peli sulla lingua e per essere, allo stesso tempo, una persona riconoscente e sensibile come mai si sarebbe potuto supporre fermandosi alla prima impressione). A quella trasmissione venivo spesso invitata come ospite in veste di giornalista medico-scientifica; inevitabile scambiarmi il numero di telefono con la vulcanica conduttrice.

Proprio in quel periodo (parliamo di una ventina d’anni fa) usciva un mio libro sul glaucoma: assieme agli altri relatori pensai di invitare anche lei. Accettò subito e il giorno della presentazione arrivò in anticipo e soprattutto preparata al pari, se non di più oserei dire, degli specialisti riuniti al Circolo della Stampa di Milano. Inoltre non fuggì ad evento concluso, ma si fermò a commentare con i presenti e a sottoporsi al fuoco di fila di foto che seguirono.

Negli anni successivi capitò di incontrarci in qualche occasione e ciò che mi colpiva era la sua perenne cordialità, unita a quello che giustamente il grande Sandro Ciotti aveva definito “il sorriso che non conosce confini”.

Eppure la sua vita, esattamente come quella di ognuno di noi, non poteva essere sempre, né lo era, un cammino lastricato di rose. Ma lei andava avanti, con piglio deciso e costantemente pronta a nuove avventure.

Conoscendola personalmente, è naturale che seguivo la sua carriera che proseguiva in più direzioni e, nel 2004, tornata dalla prima edizione dell’Isola dei Famosi la intervistai più volte per il programma di solidarietà che conducevo su Rtl (andavamo in onda alle 7 del mattino … e anche se si trattava di rispondere al telefono e non di partecipare di persona, lei non mi disse mai di no).

Passò qualche anno e ricorsi ancora a Maria Teresa per un evento benefico che avevo organizzato. Lei, nonostante si trovasse per lavoro in un posto alquanto distante e nonostante piovesse che Dio la mandava, arrivò puntualissima alla guida della sua auto e fu una testimonial eccezionale.

Ora, sia ben chiaro che non sto facendo il santino di questa amica; sto semplicemente tentando di sintetizzare, tramite lei, quali possono essere le qualità (per alcuni, i difetti) che la accomunano con la maggioranza di noi Over. Arriviamo così allo scorso 23 aprile, compleanno di Maria Teresa. C’è da sottolineare: la nostra ha appena compiuto soltanto 59 anni ma, come le dissi al telefono quel giorno, dato che stava entrando nel sessantesimo, avrebbe potuto diventare la nostra testimonial perfetta. In realtà gliela buttai lì perché era un’idea che mi balenò mentre le stavo facendo gli auguri; mi rispose mandami la rivista da vedere e ti faccio sapere.

Dopo una decina di giorni fu lei a chiamarmi per accettare. Ci trovammo a L’Arabesque di Milano assieme all’amico fotografo di RCS Maurizio Maule, che ci regalò tempo e competenza per un’intera mattina. Lei, inutile dirlo, era arrivata con una borsa piena di capi di vestiario per gli eventuali cambi (prestando anche alla sottoscritta una giacca tutta cuoricini e stelline), di trucchi e di altro, travolgendoci con la sua simpatia, educazione, disponibilità.

Se volessimo mettere degli hashtag dopo il nome e cognome della testimonial di Generazione Over 60 non avremmo dubbi: #Lavori in corso (che è anche il nome della rubrica con la quale seguiremo ogni mese Maria Teresa nel suo lavoro) #freghiamocenedeltempochepassa #sorridiamo #reinventiamoci #rinnoviamoci #ascoltiamo. E ancora: #affidabilità #amicizia #puntualità #ironia #autoironia #professionalità #sanafollia.

E torniamo all’argomento di questo mese: il successo. Difficile parlarne, perché per prima cosa bisogna distinguerlo dalla fama, e poi è necessaria un’ulteriore distinzione: quella fra successo pubblico e successo personale. Nelle nostre rubriche i collaboratori l’hanno affrontato dalle più varie sfaccettature, e li ringrazio ancora, perché non è stato semplice. Per i più curiosi, che vogliono mettere alla prova le proprie conoscenze riguardo ai personaggi famosi, c’è anche un divertente quizzone, realizzato dalla nostra corrispondente a New York, in cui è compreso l’inizio del pensiero di Maria Teresa Ruta. Eccolo nella sua interezza:

Il successo è impalpabile. A volte lo confondiamo con la felicità… Ti sembra di averlo perché sei realizzato, perché il tuo impegno è riconosciuto, perché ti senti stimato… perché sei applaudito… per molti addirittura è confuso con la ricchezza… Per me il successo è la serenità della quotidianità vissuta sempre con impegno ed entusiasmo… Il successo è sentirmi dire dai miei figli : “Ti voglio bene; sei un esempio per me”.

Maria Teresa con i figli Gian Amedeo e Guenda

E per la sottoscritta, che cos’è il successo? Ci ho pensato a lungo, per concludere che riguarda due ambiti: il mio lavoro (ho l’immensa fortuna di svolgere un mestiere che adoro e mi dà la possibilità di continuare a imparare e confrontarmi con le persone) e i miei amici (tante volte l’ho ripetuto ma è senz’altro così: ciò che non mi è arrivato dalla famiglia è stato compensato e ulteriormente superato dalla presenza costante e concreta- mai superficiale- di numerosi amici e amiche, di ogni età).

Per questo riassumo con due semplici  immagini quelli che ritengo i miei “successi”, ciò che la vita mi ha regalato, ma che ho fatto di tutto per conservare. Sempre.

Presentazione di un mio libro da parte del prof. Silvio Garattini.

Con la mia amica Chiara.

                                                                                           

E per voi, cari lettori? Scrivete alla mal della rivista – generazioneover60@gmail.com –  la vostra idea di successo. Ci teniamo a conoscerla e condividerla!  

Minnie Luongo

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