Di MINNIE LUONGO
Giornalista scienfica e direttore di GenerazioneOver60

Oggi la si definirebbe una fake news. Nel 1976 la “teoria del complotto lunare”- “Moon Hoax”, ossia “frottola della Luna”- approdò sui principali media dopo la pubblicazione del libro “Non siamo mai andati sulla luna” (We Never Went to the Moon), dell’americano Bill Kaysing. In pratica: le prove degli allunaggi sarebbero state falsificate dalla NASA, con la collaborazione del governo degli Stati Uniti, in competizione con l’URSS per la conquista dello spazio nel panorama generale della guerra fredda. Secondo i teorici del complotto, le immagini degli allunaggi sarebbero semplici riprese fatte in studio con l’ausilio di effetti speciali. Secondo Kaysing, addirittura, sarebbe stato il regista Stanley Kubrick, già famoso per gli
effetti speciali nel suo film 2001: Odissea nello spazio, a realizzare i filmati.
L’incarico gli sarebbe stato assegnato sotto la minaccia di rendere pubblico il coinvolgimento di suo fratello col partito comunista. Peccato che Kubrick non abbia mai avuto alcun fratello, ma solo una sorella minore, e che la stessa figlia del regista abbia definito in maniera categorica tutta la questione “una menzogna grottesca”.
Premesso ciò, per chi scrive l’uomo ci arrivò, eccome, sulla Luna. Un film da non perdere a questo proposito è First Man, scritto da Josh Singer (che l’ha adattato
dall’omonimo romanzo di James R. Hansen), diretto da Damien Chazelle e
interpretato da Ryan Gosling e Claire Foy. Il primo uomo ci mostra Neil Armstrong, che mezzo secolo fa per l’appunto fu il primo uomo a camminare sulla Luna, grazie alla missione Apollo 11, con una narrazione fatta dal punto di vista di Neil Armstrong e di sua moglie Janet.
La storia inizia nel 1961, quando Armstrong volò oltre l’atmosfera pilotando un aereo-razzo. Il 1961 è anche l’anno in cui John F. Kennedy si espresse così sulla scelta di andare sulla Luna entro quel decennio: “ non perché è una cosa facile, ma perché è difficile”. E un’idea della difficoltà della missione la dà il fatto che i computer usati avevano una potenza di calcolo inferiore a quella dello smartphone che usiamo tutti noi quotidianamente …
Oltre a parlare di razzi, gravità e complicate missioni spaziali First Man pone in primo piano l’uomo Armstrong: un tipo discreto ma determinato, segnato da un grave lutto (la morte della figlioletta a due anni) . Si tratta del primo film che si cimenti nel raccontare la storia di Armstrong – mancato nel 2012, pochi anni dopo aver raccontato la sua storia per il libro da cui è tratto il film – e vanta grandi nomi che hanno contribuito alla sua lavorazione. A partire da Damien Chazelle, di soli 33 anni che arriva da La La Land, film diversissimo, ma di grande successo, per continuare con Ryan Gosling (qui esempio massimo di recitazione sobria e contenuta, che è l’unico che Chazelle ha detto di aver preso in considerazione per interpretare Armstrong), e quindi con Claire Foy, nella parte di sua moglie (vincitrice di un Emmy e un Golden Globe per essere stata la regina Elisabetta in The Crown). La colonna sonora è di Justin Hurwitz, la fotografia di Linus Sandgren e il montaggio di Tom Cross: tutti hanno vinto almeno un Oscar per La La Land o per Whiplash, il precedente film di Chazelle, il quale ha raccontato di aver deciso di girare First Man «durante la pre-produzione di La La Land».
Infine, il produttore esecutivo, giusto per concludere l’elenco di nomi importanti, è Steven Spielberg.
First Man spiega bene, tra le altre cose, tutte le qualità fisiche, mentali e morali richieste per essere un astronauta, in particolare in quegli anni. A.O. Scott ha ben commentato sul New York Times che «First Man è soprattutto l’analisi di un personaggio: un’Odissea con un enigmatico e diffidente Ulisse»; con una Penelope «leale, ansiosa, arrabbiata e sfinita».
Per noi over60, che quel 21 luglio 1969 lo vivemmo con il naso spiccicato sullo schermo del nostro televisore ancora in bianco e nero, l’allunaggio resta un’ennesima conferma che i sogni si possono realizzare. E soprattutto che è fondamentale non perdere mai la capacità di costruire e portare a termine il nostro sogno. Qualunque sia. E questo film sta a dimostrarcelo. Alla faccia dei complottisti, che, anche per assurdo avessero ragione, non conosceranno mai davvero la potente sensazione di coltivare e credere nel Sogno.