Riflettere nei riflessi delle finestre
Di Andrea Tomasini – giornalista scientifico
A volte i riflessi si affacciano dai vetri delle finestre chiuse. In città rimbalza la luce e, se sei avvertito e curioso, puoi giocare con le immagini che si proiettano. Alcune liberano, altre obbligano. Certe danno accesso ai sogni, altre invece precipitano negli incubi.
Possono apparire dove non ci sono muri troppo vicini, finestre aperte che si moltiplicano nelle finestre chiuse mentre si fronteggiano. Dipende da dove appoggi lo sguardo, mentre cammini. Può accostarsi il cielo azzurrando i riquadri degli infissi alleggerendoli. Possono incombere impalcature e cosmizzazioni, ricordandoti che il muro di quella casa in quella via o in quella piazza non resterebbe in piedi e rovinerebbe, senza quell’esoscheletro di sostegno a tamponare la rovina iniziata.
Sono riflessi del tempo nel momento che osservi. Riflessi che occorre essere pronti a cogliere – saper reagire alle sollecitazioni della luce, degli angoli, dei colori. Guardi e cammini – rifletti sulle cose che cambiano e se sei fortunato riesci anche a specchiarti in quei riflessi, magari per un attimo ti riconosci e meravigliandoti smetti di essere indifferente.