Di chi è il Natale?

Sappiamo tutto su chi e come creò questa festività, ma gli unici legittimi detentori restano i bambini

di Giovanni Paolo Magistri – biologo

Flavio Valerio Costantino, imperatore romano dal 306 alla sua morte (337 d.C.), è il “papà” del nostro Natale, avendo riconosciuto e voluto la diffusione del Cristianesimo.

Approssimativamente dal IV secolo d.C., è il giorno in cui si festeggia la nascita di Gesù e ricorre l’usanza dello scambio di doni. La festività fu introdotta dalla Chiesa romana per facilitare l’espansione del credo religioso nelle popolazioni pagane di tutta Europa e successivamente, con il colonialismo rinascimentale, la festività è entrata principalmente nelle culture delle popolazioni precolombiane.

Il “papà” di Babbo Natale è invece un sacerdote greco di nome Nicola, ordinato Vescovo dall’impero bizantino a Myra (Turchia) anch’egli vissuto nel IV secolo d.C.

Dedicò la sua vita ad alleviare le sofferenze dei poveri distribuendo le ricchezze di famiglia ed è ritenuto soprattutto protettore dei bambini in quanto gli si attribuisce il miracolo di averne resuscitati tre crudelmente uccisi; la popolarità del Vescovo si diffuse prontamente in tutta Europa arrivando persino in Siberia.

Quando Myra venne assediata dai musulmani (1087 d.C.), le reliquie del santo furono recuperate da una spedizione di marinai della città di Bari (Italia) ove ancora oggi sono custodite, motivo per cui il santo è il patrono della città.

Il culto di San Nicola fu portato a Nuova Amsterdam (New York) dai coloni olandesi che lo diffusero con il nome di Sinterklaas, originando il mito nordamericano di Santa Claus.

Nell’800 un teologo americano, Clement Moore, scrisse la poesia “The Night Before Christmas”) descrivendo “Saint Nick” come un elfo con barba bianca e pancia tonda. 

Successivamente Thomas Nast, fumettista americano, disegnò quanto descritto da Moore dando origine all’immagine moderna di Babbo Natale.

Prima del calendario gregoriano il solstizio d’inverno cadeva il 13 dicembre (Santa Lucia) e in molte città del Nord Italia era consuetudine tra gli agricoltori donare una parte dei raccolti più abbondanti a chi era stato meno fortunato.

Durante una delle carestie che colpirono nel 600 molte città della pianura padana, Cremona andò in soccorso di Brescia portando sacchi di grano, lasciandoli anonimamente la notte tra il 12 e il 13 dicembre in varie parti della città; la “grazia” fu attribuita a Santa Lucia e il 13 dicembre è il giorno in cui in molte parti d’Italia e del mondo si scambiano ancora regali di Natale.

Festeggiare il Natale con l’addobbo dell’albero trova origine in Germania dove i pagani celebravano il solstizio d’inverno con l’usanza di decorare con frutta i sempreverdi rami di pino.

La storia narra che il missionario anglosassone San Bonifacio (680-754) durante un viaggio a Thunraz (Sassonia) abbatté l’albero sacro di Thor, principale divinità pagana, per dimostrare la forza del Cristianesimo e convertire la popolazione.

Il matrimonio tra la regina Vittoria d’Inghilterra e il principe Alberto di Sassonia (1840) trasferì l’usanza dell’albero di Natale anche in Gran Bretagna e da lì la tradizione si diffuse rapidamente anche negli Stati Uniti.

Africa continentale, India, Cina, Oceania, Giappone, citando i principali luoghi, a seconda della colonizzazione subita festeggiano il Natale con le medesime tradizioni europee o con modalità totalmente diverse, dovute principalmente a credi religiosi e ritmi stagionali differenti.

Ma alla fine, di chi è il Natale?… Non c’è dubbio: dei Bambini.

De Christmas akhtar de bakhtawar au newai kal de mubarak sha; Gezur Krislindjden; Mboni Chrismen; I’d Miilad Said ous Sana Saida; I’d milad said oua Sana saida; Felices Navidad Y felices año Nuevo; Edo bri’cho o rish d’shato brich’to; Sretam Bozic, Hristos se rodi; Boas Festas e Feliz Ano Novo; Nedeleg laouen na bloavezh mat; Tchestita Koleda; Tchestito Rojdestvo Hristovo; Bon Nadal i un Bon Any Nou; Kung His Hsin Nien bing Chu Shen Tan; Gun Tso Sun Tan’Gung Haw Sun; Feliz Navidad y próspero Año Nuevo; Kia orana e kia manuia rava i teia Kiritime; Sung Tan Chuk Ha; Nadelik looan na looan blethen noweth; Sretan Bozic; Glædelig Jul og godt nytår; Hag ha Molad sameah, Silvester tov; Colo sana wintom tiebeen; Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo; Zalig Kerstfeest en Gelukkig nieuw jaar; Maligayan Pasko; Hyvaa joulua; Joyeux Noel; Nollaig chridheil agus Bliadhna mhath ur; Gilotsavt Krist’es Shobas; Shinnen omedeto, Kurisumasu Omedeto; Kala Christouyenna Kieftihismenos; Juullimi Ukiortaassamilu Pilluarit; Mele Kalikimaka; Selamat Hari Natal; Merry Christmas; Nollaig Shona Dhuit; Nodlaig mhaith chugnat; Gleðileg Jól; Natale hilare et Annum Faustum; Schéi Krëschtdeeg an e Schéint Néi Joer; Meri Kirihimete; God Jul; Gledelik Jul; Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar!; Bikpela hamamas blong dispela Krismas na Nupela yia i go long yu; Christmas Mobarrak; Feliz Navidad y un Venturoso Año Nuevo; Wesolych Swiat Bozego Narodzenia; Joyeux Noel, La ora i te Noera; Boas Festas e Feliz Natal; Nave sal di mubaraka; Mata-Ki-Te-Rangi. Te-Pito-O-Te-Henua; Bachtalo krecunu Thaj Bachtalo Nevo Bers; Sarbatori vesele; Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom; Hristos se rodi; La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou; Nollaig chridheil huibh; Feliz Navidad; God Jul and (Och) Ett Gott Nytt År; ºKrismas Njema Na Heri Za Mwaka Mpyaº; Suksan Wan Christmas lae Sawadee Pee Mai; Froehliche Weihnachten; Noeliniz Ve Yeni Yiliniz Kutlu Olsun; Chung Mung Giang; Srozhdestvom Kristovym; Kellemes Karacsonyi unnepeket; Sretan Bozic oppure Vesele vianoce; Vesele Bozicne. Screcno Novo Leto; Nollick ghennal as blein vie noa; Linksmu Kaledu; Sreken Bozhik; LL Milied Lt-tajjeb; Pulit nadal e bona annado.

Buon Natale!

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