Oggi, sempre più spesso, un abile uso del marketing mette in relazione le “caratteristiche” di un risultato con il “prezzo”
Di Giovanni Paolo Magistri – biologo

Si può diventare famosi per aver avuto successo, esserlo per non averlo avuto, come non essere famosi per non aver avuto successo.
Frequentemente il “successo umano” è dovuto all’abile uso del marketing che esprime garanzia di qualità e non di valore; il marketing è un meccanismo di comunicazione persuasiva che mette in relazione le “caratteristiche” di un risultato con il “prezzo” per ottenerlo ed il “momento” della proposta.
Jean Baptiste de Lamarck (1744-1829) fu il primo scienziato ad elaborare la prima teoria dell’evoluzione degli organismi viventi basata sull’adattamento e sulla ereditarietà dei caratteri acquisiti; ciononostante morì in povertà abbandonato dal mondo accademico del tempo che attribuì a Charles Darwin (1809-1882) il merito di aver dipanato l’intricata diatriba tra “creazionismo” ed “evoluzionismo”.
Lo stesso Darwin dovette lottare non poco prima di ottenere il riconoscimento di quanto la sua teoria evoluzionistica sostenesse; si può anche diventare famosi per un successo che, precedentemente sul medesimo “argomento” era stato un insuccesso.

Pur non nascondendo ammirazione per entrambi, sono tra coloro che tendono ad attribuire a Lamarck un “valore” maggiore rispetto a Darwin; l’uno ha elaborato una teoria; l’altro ne ha relazionato i meccanismi che la sottendono.
In natura la “fama” sembra non esistere, mentre il “successo” è ben presente; le mutazioni genetiche nel proporre all’ambiente soluzioni diversificate possono casualmente andare incontro a successo o all’insuccesso della proposta, come ben descritto da Jacques Monod nel suo celeberrimo libro “Il caso e la necessità”.
L’attuale pandemia può essere utile per illustrare meglio questo aspetto; ora che abbiamo messo a punto una serie di vaccini tutti più o meno “tarati” per contrastare il SARS COVID-19, il virus continua la sua replicazione proponendo le cosiddette “varianti”, che altro non sono che scostamenti genetici dal ceppo originario.
Ad oggi questi scostamenti sembrerebbero coperti dagli attuali vaccini, ma se una variante dovesse sfuggire alla copertura vaccinale, ahimè, saremmo costretti alla messa a punto di un nuovo vaccino e ripetere nuovamente il processo di vaccinazione di tutti gli individui.
Questo, in parole contenute, è il problema; la risoluzione consiste principalmente nel procedere a una marcata accelerazione delle vaccinazioni, per limitare la possibilità dell’insorgere di varianti di successo, in aggiunta al contenimento della diffusione virale contrastabile con il forzato impedimento degli incontri interpersonali.
La “fama” è una sovrastruttura culturale umana, forma di riconoscimento utile alla vita sociale mentre il “successo” è un sistema per l’avanzamento di nuove proposte di diversificazione genetica finalizzate alla sopravvivenza della specie; interessante sarebbe analizzare sociologicamente il valore della fama.