Un libro che ci aiuta a trovare le soluzioni che più rispettano l’”intelligenza” della pelle e le esigenze di ognuno di noi
Professor Antonino Di Pietro – dermatologo plastico

Il caso ha voluto che in contemporanea, pochi giorni fa, siano usciti due libri: quello di Antonino Di Dietro- La bellezza è l’imperfezione”- e il mio (“Ho vinto una biopsia”). Non mi è sembrato vero scambiarci i nostri due ultimi lavori e fotografarci assieme, come sempre succede quando ci incontriamo. Ma questa volta ho il privilegio di poter fare qui una piccola recensione, alla mia maniera, del volume di colui che è considerato il padre della Dermatologia plastica rigenerativa e che ha ideato nuove e rivoluzionarie terapie nel campo dell’anti- aging. (Minnie Luongo)

Tante le qualità dell’uomo Antonino, ancor prima di quelle del professionista Di Pietro. Prima fra tutte la determinazione, come quella che l’ha portato a combattere l’utilizzo del botulino, per evitare che si moltiplichino- come purtroppo è facile vedere- visi gonfiati e paralizzati, tutti simili.
Ma la sua determinazione risulta chiara già leggendo quest’ultimo libro del Prof- “La bellezza è l’imperfezione”, Le nuove frontiere per una pelle naturalmente meravigliosa, Solferino Ed., pp. 150, Euro 16- dove sono riportati aneddoti che ci fanno riflettere e capire quanto sia importante credere nelle proprie passioni e non arrendersi mai. Per tutti uno, che riporto qui di seguito:
“Da giovani ci sono momenti in cui, durante gli studi, ci si trova in difficoltà: la concentrazione diminuisce, si fatica a capire subito le cose, la memoria non risponde prontamente, ci si scoraggia e sembra di non riuscire a farcela da soli. A me capitò in seconda liceo (avevo quindici anni) di bloccarmi in latino, una materia che non riusciva a interessarmi e, non trovando il giusto modo per studiarla, collezionavo solo deludenti votacci e cocenti rimproveri dai miei genitori. Fu così che decisero di farmi aiutare con lezioni private da un’insegnante che dicevano essere piuttosto brava. Ma la cosa non funzionò perché, non riuscendo a trovare uno stimolante interesse, continuavo a fare orrende traduzioni e a mietere insuccessi. L’insegnante privata, forse anche lei in un periodo difficile della sua vita, cominciò ad aggredirmi con ingiurie e urla a ogni lezione così cominciai a odiare ancora di più quelle ore di tortura. Probabilmente avrei avuto bisogno di un po’ più di tempo per capire e trovare il modo di reagire e superare il problema. Invece dopo un paio di mesi la professoressa, forse stanca di ripetersi, a sorpresa chiamò i miei genitori e comunicò loro che non ero portato per il liceo e pertanto, per evitare ulteriori delusioni, sarebbe stato opportuno farmi frequentare una scuola professionale, più adatta alle mie capacità, asserendo che la società non ha bisogno solo di laureati. Naturalmente le lezioni si interruppero, la mia non era una famiglia agiata e l’insegnamento privato era un impegno gravoso per la nostra economia. Quel superficiale giudizio mi colpì fortemente nell’orgoglio, infatti il mio sogno era di frequentare il liceo, poi l’università, laureandomi in Medicina. «No, non mi sentivo incapace!» Nei giorni successivi da solo ripresi il libro di latino e con rabbia cominciai a capire. Quell’anno fui promosso e i successivi anni di liceo passarono veloci. Dopo sei anni mi laureai in Medicina.
Poco tempo fa entrò nel mio studio una signora per un problema cronico della pelle, era proprio lei anche se non la vedevo da più di quarant’anni: l’insegnante delle ripetizioni di latino. Lei non si è ricordata di me e sarebbe stato impossibile riconoscermi, avendomi visto per soli due mesi all’età di quindici anni. Ho guarito la sua dermatite che nessuno era riuscito a risolverle. Mi ha sorriso riconoscente, mi ha stretto la mano e mi ha detto: «Lei è un bravissimo medico».
Da sola questa pagina ci dice di che pasta è fatto il Prof, ma tutto il libro è una spiegazione del DiPietropensiero, sintetizzato già nelle prime righe: Amo la bellezza vera, autentica. Quella che differenzia ogni donna, che la rende unica, con le pieghe d’espressione e quelle vibrazioni della pelle che rivelano gli stati d’animo e fanno trapelare la gioia, l’ira, l’entusiasmo, la delusione, l’odio, l’amore. Mi batto per le donne “vere” e gli uomini “veri”.
Non vi voglio togliere il gusto e il piacere di leggere per intero questo libro- il cui titolo è già geniale e autentico, proprio com’è Antonino Di Pietro… Vi assicuro solo che, dopo l’ultima pagina, ci guarderemo allo specchio più serene e contente di noi stesse. Sapendo quali trattamenti seguire per restare “belle” con e soprattutto grazie a quelle che consideravamo imperfezioni.