Una domenica futurista a Lecco (e non solo)

A passeggio con l’arte

Tulio Crali, “Passione tra le nuvole”, olio su tela. (Collezione privata)

Gli Erranti

Che cosa fare una domenica mattina, quando il tempo è uggioso e non ti va di passare la giornata in citta? Noi siamo partiti in direzione di Lecco. All’arrivo abbiamo parcheggiato sotto il campanile di San Nicolò, sul fianco sinistro della Basilica a lui dedicata, e abbiamo attraversato piazza Cermenati fino ad arrivare in piazza XX Settembre, in riva al lago. Lì siamo stati colpiti da un edificio in stile eclettico neogotico, edificato nel 1905 e poi ricostruito nel 1916: per i lecchesi è il “Palazzo delle Paure” perché è stato la sede della Guardia di Finanza, della Dogana e del catasto. Ai giorni nostri siamo più fortunati, il palazzo è stato adibito a museo e accoglie anche mostre temporanee. Noi abbiamo avuto l’opportunità di visitare FUTURISTI, UNA GENERAZIONE ALL’AVANGUARDIA -aperta fino il 18 giugno 2023 – una bella esposizione curata da Simona Bartolena con opere di Filippo Tommaso Marinetti, Giacomo Balla, Fortunato Depero e altri. ( http://www.museilecco.org)

Ci ha colpito in particolare l’Aerofuturismo di Tullio Crali. che ha voluto trasmettere attraverso i suoi quadri l’emozione del volo, ma oggi vogliamo soffermarci in particolare su un’artista, Olga Biglieri, pittrice, aviatrice e giornalista conosciuta nel mondo dell’arte con lo pseudonimo di Barbara, una delle tre donne che hanno partecipato al movimento futurista insieme a Regina Cassolo Bracchi e Benedetta Cappa. Nata a Mortara nel 1915, Olga Biglieri si trasferisce a Novara nel 1926.

Olga Biglieri (alias Barbara). 1915- 2002

A sedici anni, di nascosto dalla famiglia prende il brevetto di volo a vela all’Aeroclub di Cameri, e due anni più tardi quello da pilota di velivoli a motore. In seguito si iscrive all’Accademia di Brera a Milano e comincia a dipingere trasferendo sulla tela le sensazioni e le emozioni del volo. Marinetti la scopre per caso, vedendo nella vetrina di un corniciaio un suo quadro-  Vomito dall’aereo, presente in mostra. – destinato alla sua prima personale, e la invita a esporre alla Biennale di Venezia del 1938 dove Barbara porta l’opera L’aeroporto abbranca l’aeroplano .

Da quel momento la giovane artista assume lo pseudonimo di Barbara ed entra a far parte del movimento futurista come ‘aeropittrice-aviatrice futurista’.  Una scelta che non rinnegherà mai, anche se la pittrice rifiutò l’esaltazione della guerra e il maschilismo espressi dalla maggioranza del movimento, e negli anni ‘60 scelse di aderire al movimento femminista e pacifista.

Sposata con lo scrittore Ignazio Scurto, Olga/Barbara ha dedicato gran parte della sua vita al giornalismo, conducendo trasmissioni radiofoniche e fondando un’agenzia di stampa, la Telex press, mentre i suoi ultimi anni, fino alla morte avvenuta nel 2002, vedono una ripresa dell’attività artistica. Nel 1981 la pacifista giapponese Machiyo Kurowama le chiede di partecipare con l’impronta della sua mano all’Albero della Pace, un’opera collettiva che ha visto la partecipazione di personaggi illustri, tra cui Sandro Pertini e Rita Levi Montalcini e che dal 1986 è esposta al museo della Pace di Hiroshima. Per le sue attività contro la guerra, nel 2000 Olga Biglieri fu candidata al premio Nobel per la pace.

Ma la mostra sui futuristi offre anche altre sorprese: nell’ultima sala abbiamo trovato le copie di due Pupazzi pubblicitari di legno realizzati da Fortunato Depero per l’azienda Campari, e ci siamo ricordati che sulla strada di casa, a Sesto San Giovanni, c’è la Galleria Campari quasi tutta dedicata alla cooperazione tra l’artista e l’azienda.

A quel punto abbiamo deciso di regalarci un’ulteriore sosta, e bisogna dire che ne valeva davvero la pena. La Galleria ( www.campari.com/it-it/galleria-campari/) progettata dall’architetto Mario Botta è stata inaugurata nel 2010 in occasione dei 150 anni di Campari, e oltre alle campagne pubblicitarie di Depero ospita opere di Dudovich, Nizzoli, Munari, ma anche manifesti della Belle Époque e spot pubblicitari realizzati da registi famosi. Qui scoprirete (se non lo sapete già) che la bottiglia del Campari soda, ancora oggi attuale, è stata progettata da Depero negli anni ‘30. Insomma, è un mondo da scoprire, anche se, strano a dirsi, non c’è un bar dove assaggiare un buon aperitivo…   

Davide Campari, figlio di Gaspare, il creatore della famosa bevanda

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