Dall’unione del caucciu’ e della colla nel 1952 nasceva lui: Tiramolla

Di EDOARDO ROSATI
giornalista medico – scientifico scrittore e musicista

Tiramolla è un personaggio di Roberto Renzi e Giorgio Rebuffi

Ci sono personaggi, del fantamondo a fumetti, che risuonano in automatico nella nostra testa anche se magari non ne abbiamo mai sfogliato una sola avventura. Be’, sicuramente è il caso di Tiramolla. Il nome vi dice qualcosa, eh? Schiude ricordi d’infanzia e apre remoti cassetti mentali, vero? Per chi non lo sapesse, ci piace ricordare che è un prodotto dell’immaginario assolutamente italico, felice parto di un brillante signore chiamato Roberto Renzi, giornalista apprezzatissimo nell’ambiente milanese (direttore per diversi anni anche del Circolo della Stampa).
Il 23 ottobre dello scorso anno, ahinoi, ci ha lasciato (aveva 95 anni), ma alla cultura fumettistica nostrana ha affidato un’eredità di invenzioni che hanno saputo galvanizzare la fantasia di milioni di lettori in Italia e in altri Paesi europei. Sì, perché appena diciannovenne (era nato a Codorago, in provincia di Como, il 10 febbraio 1923), Renzi cominciò a sfornare storie e characters a ritmo serrato.
Il grande colpo di genio giunse quando lesse sul Corriere della Sera un articolo che esaltava le “magiche” performance del silicone. A braccetto con l’editore (Giuseppe Caregaro, fondatore nel 1940 della mitica Edizioni Alpe), decise che avrebbe plasmato un nuovo personaggio ispirandosi proprio alle fantastiche gommosità di quel polimero tanto magnificato. Bisognava però trovare… il nome della cosa. Ci voleva un termine capace di “far presa” sul pubblico (come un sigillante elastico, verrebbe da dire…). Di bucare lo schermo della pagina disegnata, insomma. L’illuminazione arrivò. E grazie alla zia Siglinda. Abitava assieme a sua mamma, che Roberto si premurava di andare a trovare quasi ogni mattina. Un provvidenziale giorno assistette a un siparietto casalingo, con la sorella della madre che si lamentava e sbuffava per colpa dell’idraulico: doveva effettuare una riparazione da tempo, ma l’uomo puntualmente rinviava l’appuntamento. E allora, con accento toscano, la zia Siglinda sbottò: «È quasi un mese che questo qui fa il tiramolla!». Fermo immagine. Il volto di Roberto che basisce. Le sue labbra che delineano un sorriso appagato. Oplà: missione compiuta. Potenza delle parole! “Figlio del caucciù e della colla” (così si proclama nella sua prima comparsa, sulle pagine del mensile Cucciolo, nell’agosto del 1952), Tiramolla
acquisisce fattezze grafiche grazie alla matita del cartoonist Giorgio
Rebuffi che verrà in seguito affiancato dal fumettista Umberto Manfrin.
La sua rappresentazione è un mix di simpatia e quintessenzialità: il corpo esile e longilineo come un capello, braccia e gambe ridotte a due linee stilizzate, grosse mani bianche, piedoni tondeggianti e gialli, naso cilindrico al centro di una buffa faccetta che ha la vaga fisionomia di un fagiolo bianco e poi un cilindro rosso sulla testa (che agli inizi era una bombetta).
L’antitesi del supereroe ipertrofico ma cionondimeno munito di poteri:
Tiramolla può diventare micro come una mosca, gonfiarsi, torcersi a cavaturacciolo, rimbalzare… Storia dopo storia, diventa un’icona del fumetto comico “made in Italy”, che finisce per contagiare Germania, Francia (dove sbarca col nome di Elastoc) e Grecia.
Esattamente come il suo corpo flessibile, Tiramolla ha conosciuto nella personale vita editoriale fisiologici alti e bassi, ma con periodici revival: è stato, pensate, testimonial della mega mostra-evento Alle radici dell’Euro (a Padova, tra il 2001 e il 2002) per accompagnare l’introduzione della nuova valuta, e Luxottica lo ha scelto per promuovere un occhiale da vista per bambini (lo Steroflex).
Renzi, come giustamente rimarca Luigi Bona, direttore di WOW Spazio Fumetto, il museo di Milano dedicato alla nona arte, ha segnato «in modo importante mezzo secolo del nostro immaginario collettivo».
Perché Roberto vanta una produzione variegata e prolificissima che annovera pure Akim (disegnato da Augusto Pedrazza), uno dei fumetti più longevi e popolari affiliato al genere “tarzanide”.
Non soltanto. Nelle sue creazioni spiccava e colpiva l’alto tasso d’innovazione: Tiramolla costituiva una ventata di autentica freschezza e modernità, che si distaccava con orgoglio italico dal bestiario antropomorfo di Walt Disney, mentre in Akim si respirava una filosofia ecologista certamente inedita e pionieristica per quell’epoca.
Sia ben chiaro: non è, la nostra, sterile nostalgia, ma la consapevolezza che il fumetto può grandi cose e colmare di segni e sogni il percorso culturale (e, sì, anche spirituale) di ognuno di noi. E allora – citando ancora le parole di Luigi Bona – per chi ama assaporare le narrazioni e gli universi di china, e trarne stimoli, riflessioni, sorrisi e lacrime (di divertimento o commozione, a voi la scelta), «la scomparsa di Roberto Renzi è la partenza di un caro amico».

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