
Chi meglio della Madonna rappresenta “la madre”? E chi meglio del Cristo “il figlio”? Ecco allora un dipinto ad olio del pittore e grafico milanese G. B. Magistri che seguiamo regolarmente tramite il nostro magazine.
Analizzando attentamente il dipinto si può scorgere una serie di significati collaterali all’evento principale; la deposizione del Cristo è qui sentita dall’artista con un valore aggiunto: la “rigenerazione”.
Il monte Calvario è abbozzato sullo sfondo scuro; in alto a destra si intravedono appena le tre croci, come se volesse volutamente allontanare l’attenzione dell’osservatore dall’evento “Crocifissione”.
In primo piano due figure, la Madonna e il Cristo; la prima (madre), supina e in posizione poco usuale. Le gambe sono divaricate con il Cristo (figlio) accolto tra esse, tenta idealmente di riaccoglierlo nel proprio ventre nel disperato tentativo di ridonargli la vita (rigenerazione/resurrezione).
Ambedue hanno il volto senza fronte, segno voluto di impotenza di fronte all’evento morte, impossibilità di porre rimedio “razionale” al compiuto. Mentre la gamba destra del Cristo mantiene una sorta di vitalità che sembra dare la possibilità a rialzarsi per volontà non dovuta al resto del corpo (resurrezione).
Come sempre, per saperne di più sul pittore milanese di cui l’anno prossimo ricorrerà il cinquantenario della scomparsa, c’è il sito https://gbmagistri.org/