Il miglior punto di partenza è il traguardo

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A cura della Redazione

C’è un concetto che ogni sportivo o aspirante tale dovrebbe sempre tener bene a mente: senza un obiettivo non si va da nessuna parte. Ecco perché, come ci spiega il nostro coach Paolo Barbera, il traguardo è il miglior punto dipartenza.

Chi è Paolo Barbera

Coordinatore Federale di Triathlon, Ironman Certified Coach.

Fondatore di Active Kids, un centro medico specializzato nell’educazione alimentare e nella programmazione e gestione dell’allenamento sportivo.

Direttore Tecnico di TRI60, un training center dedicato a ciclismo, triathlon, corsa e nuoto. Maratoneta e Multi Ironman finisher, collabora con le più prestigiose riviste di settore su temi di allenamento, educazione alimentare e preparazione fisica.

Nel corso degli ultimi anni ha accompagnato tante persone in un percorso che li ha portati dall’essere sedentari e con problemi di peso e salute a persone sane, attive e in forma.

Tri60 Advanced Training; tel. 02-83906360

https: //www.tri60.it

“In realtà il nuovo anno inizia a gennaio. Per molti di noi però è l’autunno, la ripresa dell’attività dopo la pausa estiva, la vera stagione degli inizi e dei buoni propositi.  Che non sempre si traducono in realtà: proviamo allora a capire che cosa fare di diverso per concretizzarli, e prepararci a un anno di successo e soddisfazioni.

La prima cosa da fare è spostare l’orizzonte temporale. Troppo spesso ci preoccupiamo di quello che pensiamo di fare domani senza sapere bene dove stiamo andando, e soprattutto dove vorremmo arrivare. Per ottenere risultati, nello sport come in ogni altro aspetto della nostra vita, occorre prima di tutto di un obiettivo. Già Seneca più di 2000 anni fa ci ricordava che “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”: in altri termini, la pianificazione per obiettivi non è una scoperta degli ultimi anni di consulenza o di coaching.

 Definire un obiettivo aiuta a comprendere che cosa fare nel breve e nel medio periodo per arrivare a destinazione, ma soprattutto diventa un’efficace leva motivazionale che possiamo usare a nostro vantaggio. E’ la motivazione che ci spinge ad allenarci i quando siamo stanchi o demotivati, o a completare una serie di esercizi, anche se sentiamo di non farcela.  Ancora, la motivazione aumenta il nostro livello di disciplina, e alla fine fa la differenza tra il successo e la soddisfazione di aver raggiunto l’obiettivo, e la delusione per non esserci riusciti.

Vale quindi la pena di prendersi un momento per individuare i nostri obiettivi e cercare di capire cosa vogliamo ottenere dal nuovo anno. Ma per cominciare, come si sceglie un obiettivo, quali caratteristiche deve avere per offrire gli stimoli giusti?

L’obiettivo può essere quantitativo, correre 10 km in meno di 60’, oppure qualitativo, imparare a nuotare. L’importante è che sia chiaro e ben definito

A livello agonistico, il risultato desiderato può essere una prestazione – correre una maratona in meno di tre ore – o un risultato di classifica come arrivare nei primi tre della tua categoria in un IRONMAN. Nel primo caso il risultato dipende dal nostro impegno e dal supporto del nostro allenatore. Per raggiungere il secondo, invece, il successo dipende anche da quello che fanno gli altri.

Proviamo allora a ragionare sulle caratteristiche degli obiettivi.

Un obiettivo deve essere individuale, non può essere casuale e non deve necessariamente coincidere con quello del nostro amico o compagno di squadra. Parte del mio lavoro sta proprio nell’aiutare gli atleti che alleno a capire dove possono arrivare in base alle loro capacità, all’esperienza e, non ultimo, al tempo e alle energie che possono dedicare a un progetto. Solo un obiettivo coerente e raggiungibile può essere individualizzato e reso proprio; trasformandosi in quella leva interiore aiuta ad affrontare anche le giornate più difficili o meno favorevoli. Un obiettivo imposto dall’esterno ha un impatto meno marcato sulla nostra volontà, e risulta quindi meno efficace . 

Ma per essere stimolante un risultato finale essere misurabile. Niente di più facile da capire per chi si misura quotidianamente con il cronometro. Quantificare un obiettivo aiuta a capire se la nostra preparazione sta andando nella direzione giusta e quanto siamo vicini alla meta, anche attraverso dei test o delle gare di preparazione. 

Che tipo di obiettivo dobbiamo porci? Un obiettivo ottimale deve essere abbastanza ambizioso da risultare motivante, ma anche realistico per evitare di imbarcarsi in missioni impossibili. E ovviamente si deve essere pronti ad accettare anche un insuccesso, che andrebbe vissuto come parte di un processo formativo che ci deve aiutare a capire che cosa non ha funzionato e che cosa fare per ribaltare questo risultato. Risultato che, vale la pena di ripeterlo, non dipende solo dalle capacità dell’atleta ma anche dal tempo e dalle energie che si mettono in gioco. Personalmente, non ritengo indispensabile il raggiungimento di ogni obiettivo.  Succede spesso che il successo sia frutto della scelta di obiettivi modesti, mentre mi è capitato spesso di entusiasmarmi per una crescita prestazionale nata dal desiderio di raggiungere un risultato poi mancato per un soffio.  Mi emozionano meno i successi di chi non si è impegnato, o non ha avuto bisogno di tirare fuori il proprio 101% per arrivare in fondo. Ricordiamo che un obiettivo ambizioso serve proprio a stimolare il massimo impegno e coinvolgimento emotivo.

Un elemento importante è poi la gestione del tempo: sappiamo che un obiettivo ambizioso richiede tempo, a volte molto, anche se a volte un orizzonte temporale molto ampio può essere controproducente. Un target lontano nel tempo stimola molto meno rispetto a un evento imminente. Per questo è utile suddividere il tempo a disposizione in un certo numero di scadenze e impegni intermedi che aiutino a rimanere sempre concentrati e a mantenere una giusta quantità di pressione. Un numero adeguato di competizioni intermedie, ad esempio, può aiutare a mantenere alto il livello di attenzione e a misurare i progressi parziali, oltre a permettere al coach di fare periodicamente il punto della situazione ed eventualmente adeguare l’obiettivo finale.

Sono solo alcune considerazioni, che spero possano aiutarvi a individuare un obiettivo realistico e stimolante: la motivazione individuale aumenterà la convinzione di poter raggiungere il traguardo garantendo la giusta dose d’impegno e determinazione durante tutta la stagione”.

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