Diversamente libro

Meglio le pagine di carta o gli e-book? E perché non entrambi?  Io da poco ho scoperto gli audiolibri: un modo nuovo per entrare in un altro mondo, tenuti per mano dal narratore

 Di Marco Vittorio Ranzoni – giornalista

Alcuni ritengono faticoso leggere. Non ci hanno provato da piccoli, forse non hanno avuto gli stimoli giusti, l’ambiente adatto. Oppure hanno oggettive difficoltà.

Tra un libro e l’altro io non mi vergogno di godermi anche i fumetti, che tra l’altro di solito sono molto ben scritti. Provate a trovare un errore di grammatica o di ortografia in un albo di TEX. Al contrario, fa sorridere che rudi ranger texani e spietati pistoleri seduti attorno al fuoco di un bivacco usino vocaboli tanto forbiti e un linguaggio tanto ricercato. E Topolino? Si è adattato ai tempi inserendo vocaboli e concetti moderni senza mai rinunciare al rigore della sintassi. Di solito s’inizia così a leggere, seguendo le strisce con le gesta degli eroi dei bambini e dei ragazzi.

Poi ci sono cose che ti colpiscono e restano scolpite in mente, come un allucinante libro di fiabe tedesco: Pierino Porcospino.

E’ una raccolta di dieci filastrocche dove i bambini (che a onor del vero sono piccoli delinquenti), sono fatti oggetto di punizioni crudeli, dal taglio delle dita alla morte per inedia, dal rogo alla caduta nel burrone. Solo di recente l’ho ritrovato: è un libro di Heinrich Hoffmann, uno psichiatra (ti pareva), direttore dell’ospedale di Francoforte che lo aveva scritto per il figlio. Non so chi me lo avesse regalato, ma i casi sono due: o non mi voleva bene o l’aveva preso distrattamente in libreria senza sfogliarlo. Se vi capita di recuperarlo (tra l’altro ha illustrazioni bellissime), capirete da dove deriva la mia passione per l’umorismo nero, cinico e dissacrante.

Pierino Porcospino il sarto

Già che salto di palo in frasca, tenendo però la barra del timone sul tema della lettura, dirò che ho provato – senza entusiasmo e senza convinzione, lo ammetto – ad utilizzare gli e-book.

Sono comodissimi, salvaspazio e fornitori virtualmente illimitati di testi, però non mi appassionano. Come tanti che conosco, il fascino quasi fané della carta stampata mi tiene legato a doppio filo.

Con una eccezione, scoperta di recente. Una sera, in macchina, sul tragitto lavoro-casa, ho ascoltato per caso alla radio una puntata di “Ad alta voce”. Ora non ricordo che opera fosse, ma mi è piaciuto talmente farmi cullare dalla voce che mi leggeva un libro che decisi di esplorare quella via.

Credevo fosse impossibile apprezzare un testo guidando: invece ho scoperto che non solo non distrae, ma rende più concentrati. E l’effetto è straordinario.

Non è niente di paragonabile al leggere seduto a casa in poltrona, nel senso che non è né meglio né peggio, è proprio diverso.

Non penso sia un sostituto del volume cartaceo, ma un’esperienza completamente a sé. Un modo di entrare in un altro mondo tenuto per mano dal narratore. Ne ho letti (pardon, ascoltati) parecchi, così.

Dopo alcuni romanzi relativamente brevi, quasi per sfida mi sono lasciato tentare da “I Promessi Sposi” letto da Paolo Poli. Credetemi, a volte prendevo volutamente una strada più lunga per non interromperlo. E mi sono goduto ogni parola, ogni descrizione e ogni sfumatura dell’intonazione: una meraviglia. Da allora quella perfettina di Lucia mi sta un po’ sulle scatole, lo ammetto.

Credo che l’audiolibro, che sta vivendo un momento magico, tra l’altro, possa essere un modo intelligente per avvicinarsi al mondo dei libri. Non solo per chi ha difficoltà a concentrarsi sulle pagine (ho un amico lievemente dislessico che in questo modo non rinuncia a godere della letteratura), ma anche per fare un’esperienza nuova, di un godimento quasi ‘teatrale’ di un testo. E proprio dal teatro vengono molto spesso i narratori migliori, quelli che ti prendono sottobraccio per raccontarti una storia che non vorresti mai interrompere con un tasto, anche a costo di tornare tardi a casa.

Quasi dimenticavo: ovviamente nulla vieta di ascoltare audiolibri a casa in poltrona, magari con le cuffie. Quello è solo un problema mio, come quel tale che riesce a dormire solo sul treno in movimento, in un film di Carlo Verdone.

Ma ci sto lavorando.

2 pensieri su “Diversamente libro

  1. Caro Marco concordo pienamente su tutto.
    È da un paio d anni che ascolto libri durante il tragitto casa lavoro (mezz’ora circa) e mi piace tantissimo. D’altra parte la radio, solita musica e solite sciocchezze, parlano sempre, non mi piace…quindi mi godo la lettura, pardon, l ascolto.
    Prediligo i classici e anche di parecchie ore. Non mi annoio e sono super concentrata.
    Ho ascoltato libri che altrimenti non sarei riuscita a leggere, magari scoraggiata dalla lunghezza o altro.
    A casa poi…sempre il cartaceo…cosi spazio nei generi.
    Complimenti per la tua scrittura sempre piacevole.
    Un caro saluto.
    Assunta Addis

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