
Impossibile per i milanesi non riconoscere in questo dipinto di Giovanni Balilla Magistri Piazza San Babila, nel pieno centro storico (corso Vittorio Emanuele II la collega a piazza del Duomo). A lungo punto d’incontro favorito dall’alta borghesia milanese, la piazza è delineata da architetture imponenti che, per la maggioranza, risalgono agli anni Trenta. In questo dipinto, realizzato dopo il 1965, spicca il particolare del tram che avanza sui binari, poi eliminati, anche perché la linea M1 della metropolitana, inaugurata nel ’64, portò all’abolizione di molte reti tramviarie della città.
Parlando di fama nell’ultimo numero di Generazione over60 (fra pochi giorni su Issuu), anche G. B. Magistri ebbe meritatamente la sua, con la strada che nel 2004 gli fu dedicata vicino a piazzale Lodi. Chissà se, ritraendo piazza San Babila, G.B. Magistri avrebbe mai immaginato che neppure 40 anni dopo anche lui avrebbe avuto una “sua” via? Lui diceva: “Sarà il Tempo a giudicare il mio operato pittorico, forse un giorno mi noterà”. E il tempo, è il caso di dirlo, questa volta è stato galantuomo.
Info e altro sul sito https://gbmagistri.org/
Una curiosità non da poco: fu proprio Giovanni Balilla Magistri che creò il primo logo del Saggiatore, nel 1958. Eccolo:

E questi i ricordi in proposito del figlio Giovanni Paolo, allora bambino di 7 anni:
Mi avvicinai alla scrivania: “Cosa stai disegnando, papà?” chiesi incuriosito.
“Il logo della casa editrice Il Saggiatore; la barra centrale è la lettera iniziale I, mentre questa doppia linea curva è la prima lettera della parola Saggiatore” mi rispose.
“Ma la esse non è fatta così! Non è chiusa alla base!”, obiettai con sicura convinzione da scolaretto”.
“È vero, ma chiudendo la linea ho voluto rappresentare la Terra e dare un senso di diffusione globale della cultura; Il Saggiatore è un trattato scritto da Galileo Galilei sull’origine delle comete, e il titolo del trattato deriva dalla bilancia di precisione detta saggiatore, con la quale si fanno misurazioni scrupolose e oneste”.

“Non capii, ma la cosa mi divertì”.