Ecco un libro che è in realtà un viaggio illustrato, da “gustare” con gli occhi e “sfogliare” col cuore
Di Paola Emilia Cicerone – giornalista scientifica

Avete presente Inside out, il film animato del 2016 che raccontava le emozioni trasformandole in veri e propri personaggi che interagivano con la giovane protagonista? ( https://youtu.be/9gw44qCRgjg) Emoziònati libro esperienziale, firmato a più mani dalle psicologhe Laura Bongiorno Letizia Ferrante e Giusi Morabito ( www.ibs.it/emozionati-libro-esperienziale-libro-vari/e/9788893414814) ci propone qualcosa di simile, con la differenza che questa volta i protagonisti del viaggio alla ricerca delle emozioni siamo noi. Che non si tratti di un saggio nel senso tradizionale del termine risulta chiaro fin dal titolo: quello di cui parliamo non è un libro “sulle” emozioni , ma un libro “con” le emozioni, le nostre, quelle che ci piacciono e anche quelle che ci mettono a disagio.

Alla base del percorso per imparare a capirle c’è la pratica Mindfulness, condivisa dalle autrici, che ci aiuta a vivere con quello che c’è, imparando ad accettarlo. Nato da una serie d’incontri dedicati alle emozioni – rabbia, paura, tristezza, vergogna, invidia, gioia – Emoziònati non è un manuale da leggere con un ordine prefissato. Ogni capitolo è autonomo e originale anche nello stile per rispettare l’individualità delle autrici, ma tutti sono caratterizzati dal fatto che non si tratta mai solo di leggere: ci sono esercizi da fare, pratiche meditative da ascoltare, e poi ci sono i disegni di Geraldine de Leon, immagini intense che fanno parte dell’esperienza.”Guardarle chiedendoci che impressione ci fanno e cosa significano per noi è una parte del percorso”, ricordano le autrici, sottolineando che non c’è un modo giusto di leggere questo libro: “L’unica raccomandazione è quella di utilizzare nella lettura rispetto e gentilezza per te, dandoti il permesso di prendere ciò che ti serve“. Un approccio incoraggiante anche se anche se poi gli esercizi ci accompagnano in un percorso impegnativo che ci aiuta a riconoscere il valore delle emozioni che consideriamo più sgradevoli, come la rabbia o l’invidia. Il problema, spiegano le autrici, è che oggi viviamo in una cultura rivolta alla produttività, alla competizione, alla velocità. E facciamo fatica a dare spazio a emozioni che generano un vissuto spiacevole. Come la tristezza, che invece dovrebbe far parte della nostra esperienza umana, o la paura con cui dobbiamo imparare a convivere, evitando che il ricordo del passato o le ansie per quello che potrebbe succedere aumentino il nostro malessere. Quanto alla rabbia, capire che è un’emozione utile non significa esprimerla liberamente, ma rispettarla e imparare a comunicare quello che non ci va bene evitando di esplodere. E perfino l’invidia che tanto ci mette a disagio può avere riflessi positivi, se si trasforma in una sana competizione per ottenere ciò che abbiamo scoperto di desiderare accettando il rischio del confronto. Senza dimenticare la gioia, preziosa quanto difficile da contattare: una sensazione di apertura e di leggerezza che può nascere anche da piccoli momenti speciali ( come Le cose che piacciono a me di cui cantava Julie Andrews in Tutti insieme appassionatamente https://youtu.be/T4JaZ1MmuGA ) e che ci rende più creativi e più socievoli , oltre ad avere effetti positivi sulla nostra salute.

Arrivati alle ultime pagine si ha la sensazione che le emozioni non siano più dei costrutti astrusi, ma delle presenze familiari. E le psicologhe chiudono il loro percorso (lasciando pagine libere in cui il lettore può raccontare la sua esperienza, e se vuole trasmetterla alle autrici) proprio con l’invito a prendere un tè assieme alle nostre emozioni, accettandole per quello che sono e imparando a conviverci.
